Dopo tante indiscrezioni, voci, e nomi più o meno attendibili, finalmente la Nazionale italiana di calcio ha un nuovo selezionatore: Roberto Mancini. Il neo-commissario tecnico si è presentato nel corso di una conferenza stampa indetta per il 15 maggio, durante la quale l’ex allenatore dello Zenit non si è risparmiato, affrontando diversi argomenti e lasciando intendere di avere già le idee ben chiare sugli obiettivi da raggiungere: “Voglio riportare l’Italia sul tetto del Mondo e d’Europa”.
L’incontro con i giornalisti si è aperto con le dichiarazioni del commissario della Figc, Roberto Fabbricini, il quale ha sottolineato che la scelta è ricaduta sul tecnico di Jesi perché in possesso di tutti i requisiti e le qualità richiesti dalla Federazione per il nuovo commissario tecnico. In particolare, il dirigente ha voluto ringraziare la nuova guida tecnica dell’Italia, perché fin da subito si è dimostrato “innamorato di questa scelta”, manifestando grande entusiasmo nell’andare a sedersi su una panchina indubbiamente storica e leggendaria come quella della Nazionale italiana. Inoltre, Fabbricini ha ricordato l’esperienza di Mancini come tecnico, anche a livello internazionale, e i numerosi trofei vinti sia in Italia che all’estero. Infine ha ricordato anche che l’ex allenatore dell’Inter, pur di diventare CT azzurro, ha accettato di rivedere il suo ingaggio verso il basso, rinunciando ad un contratto ben più “ricco” come quello che aveva firmato con lo Zenit San Pietroburgo.
Roberto Mancini non ha nascosto la sua emozione, definendosi “orgoglioso” di questa nuova esperienza, e spiegando di aver accettato con grande entusiasmo il ruolo di commissario tecnico dell’Italia perché lo considera “la massima aspirazione per tutti gli allenatori”. Dopo aver riconosciuto che la mancata qualificazione ai Mondiali di Russia 2018 è stata un duro colpo per tutti i tifosi, il nuovo selezionatore azzurro ha volto il suo sguardo verso il futuro, ribadendo di voler riportare la squadra ai massimi livelli, e sostenendo che nel nostro Paese ci sono giocatori italiani di qualità dai quali ripartire. In merito allo staff che lo affiancherà nel suo lavoro da CT, non ha escluso un coinvolgimento di Andrea Pirlo, così come ha rivelato di voler parlare con Buffon al termine del campionato.
Molto interessante il passaggio relativo alla squadra. Porte apertissime a Mario Balotelli (suo pupillo dai tempi dell’Inter), che Mancini vorrebbe rivedere in azzurro al top come nell’anno degli Europei con Prandelli in panchina. Inoltre, dopo aver ribadito che la sua Nazionale non avrà preclusioni, ma che sarà “aperta a tutti”, ha anche ricordato che, per costruire un progetto a lungo termine, sarà necessario valorizzare i giovani. Tuttavia, i giocatori d’esperienza non saranno scartati a priori e, dopo aver menzionato Criscito, l’ex fantasista della Sampdoria ha detto che, ad esempio, se i senatori come De Rossi saranno in forma e pronti quando ci sarà da disputare sfide di alto livello, verranno certamente convocati.
L’era di Roberto Mancini in azzurro, dunque, è iniziata all’insegna della massima apertura verso tutti i giocatori, ma soprattutto dell’orgoglio e dell’entusiasmo di fare parte della Nazionale, che il nuovo CT non ha esitato a definire uno dei sogni più importanti da realizzare per qualsiasi calciatore.
Patrizia Gallina