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Niente salmonella nei croissant Bauli: l’Asl di Salerno ha sbagliato le analisi

Allerta rientrata e revoca immediata del ritiro dal mercato. I croissant Bauli a lievitazione naturale con crema al latte, infatti, in seguito ad ulteriori e approfonditi controlli, sono risultati assolutamente privi di tracce di salmonella, dunque non vi è più alcun motivo per confermare il richiamo dagli scaffali disposto il 30 settembre dal Ministero della Salute per rischio microbiologico riguardante il lotto di produzione LA8312BR.

Gli esami effettuati presso l’Istituto Superiore di Sanità hanno dunque rilevato che non vi è alcun rischio salmonella nelle merendine dell’azienda veronese che, insieme al Ministero della Salute, ha diramato una nota ufficiale per spiegare l’accaduto. Bauli, infatti, ha affermato che il precedente ritiro dal mercato era avvenuto in seguito ad un errore dell’ASL di Salerno e del laboratorio che aveva analizzato i prodotti. Dai campioni di controllo presenti negli stabilimenti della ditta alimentare e da quelli prelevati dall’ente salernitano e sottoposti ad ulteriori indagini, è emersa la “totale assenza di salmonella”. Del resto, la società veneta ha affermato che fin dall’inizio la vicenda era sembrata piuttosto “incomprensibile”, poiché risultava strano come un prodotto da forno e sottoposto a cottura potesse riscontrare anche solo lontanamente tracce di questo batterio.

Ricordiamo che le salmonellosi ad oggi costituiscono ben il 50% di infezioni gastrointestinali e che spesso sono responsabili di tossinfezioni alimentari. Si tratta di problematiche che scaturiscono dall’ingestione dei batteri della salmonella che si abbattono sull’intestino, causando solitamente nausea, vomito, dissenteria e dolori addominali. La trasmissione può avvenire tramite acqua o cibi contaminati. Come sottolinea l’Istituto Superiore di Sanità, i maggiori serbatoi dell’infezione sono principalmente gli animali e i loro derivati (carne, uova e latte ingeriti crudi o non pastorizzati).

Tra i prodotti più a rischio risultano le uova crude o poco cotte, ma anche il latte crudo e derivati come quello in polvere, o ancora carne poco cotta, salse per insalate, preparati per dolci, gelati artigianali o preconfezionati. Inoltre bisogna prestare attenzione anche a frutta e verdura, soprattutto se si tratta di pomodori, angurie, germogli di semi, meloni e succo d’arancia non pastorizzati.

Patrizia Gallina