SALUTE – Una ricerca scientifica ha stimato che la popolazione femminile ha una consapevolezza dell’importanza della prevenzione 30 volte maggiore a quella maschile. Gli italiani infatti non fanno prevenzione. Quasi la metà dei cinquantenni non è mai stato dall’urologo per un semplice controllo e oltre tre su dieci non hanno mai effettuato il test del Psa (antigene prostatico specifico).
E’ come se esistesse un blocco e una differenza abissale tra la figura del ginecologo e quella dell’urologo. La prevenzione in questi casi è fondamentale, prevenire è veramente molto meglio che curare. Qualsiasi malattia presa per tempo necessità di meno aggressività per debellarla e questo comporta molti meno effetti collaterali. Per sensibilizzare sul tema infatti a Novembre inizierà la campagna di sensibilizzazione sul tumore alla prostata.
Le statistiche dimostrano che negli ultimi dieci anni è diventata la neoplasia più frequente nella popolazione maschile occidentale. Dopo i 50 anni, il 20% dei tumori diagnosticati è un carcinoma prostatico. Si tratta di 458.000 persone in Italia e nel2018 sono state stimate circa 35.000 nuove diagnosi.
Alcune ricerche confermano che, su un campione molto ampio di ultracinquantenni, quello alla prostata sembra un tumore preso molto alla leggera. Non se ne parla con i dottori e non si bada ai campanelli d’allarme. Spesso questo comportamento è causato da una certezza di sopravvivere a questa patologia. Ad oggi in parte questo è vero, oltre il 90% dei pazienti infatti sopravvive, ma restano sempre anche da considerare gli oltre 7.000 decessi che ogni anno sono causati da questo disturbo.