Roberto Maroni sembra avere le idee piuttosto chiare sul futuro del centrodestra, ma anche sul destino dell’attuale governo guidato da Lega e Movimento 5 Stelle. Intervenuto al programma “24 Mattino”, in onda su Radio 24, l’ex presidente della Regione Lombardia ha individuato nelle prossime elezioni europee lo spartiacque che dovrebbe svelare il progetto politico di Matteo Salvini, e segnare anche la rottura fra il Carroccio e i pentastellati.
Secondo il politico varesino, l’attuale governo giallo-verde andrà avanti ancora per un anno, ovvero fino alle elezioni europee. Dopo quest’importante appuntamento elettorale, inoltre, difficilmente si dovrebbe arrivare ad un’alleanza nel centrodestra tra Lega e Forza Italia, poiché Salvini avrebbe in mente quello che è stato definito “un progetto egemone”, con il partito dell’attuale ministro dell’Interno che andrebbe a prevalere e ad assorbire tutte le altre forze politiche dello schieramento. Certo, Maroni è ben consapevole che Forza Italia non accetterà a priori di lasciarsi sopraffare dal Carroccio, ma qualora dovesse finire sotto il 5% alle europee, diventerebbe fondamentale correre ai ripari per evitare di sparire dallo scenario politico italiano.
A questo punto, per l’ex segretario leghista, si potrebbe davvero aprire la fase della Terza Repubblica, con un sistema bipolare che vedrebbe da un lato il centrodestra completamente gestito e monopolizzato dalla Lega, e dall’altro un centrosinistra etichettato come un “guazzabuglio con grillini e sinistra”. Il leader di quest’alleanza dovrebbe essere quasi certamente un grillino, ovvero uno tra Roberto Fico e Alessandro Di Battista. Anche su questo punto Maroni ha dimostrato una certa sicurezza, affermando che quasi certamente la guida di questo schieramento finirebbe nelle mani del quarantenne romano che, a suo parere, rispetto all’attuale Presidente della Camera avrebbe una maggiore tendenza alla leadership.
Sulla maggioranza Lega-M5S, invece, l’ex ministro del Lavoro ha sottolineato le profonde differenze che esistono tra i due partiti e che non potranno essere tenute nascoste troppo a lungo. Sicuramente il governo resterà in piedi fino alle elezioni europee, perché al momento ci sarebbe una “convenienza comune” nel proseguire su questa strada, ma allo stesso tempo risulterà sempre più difficile per loro continuare a collaborare, essendo piuttosto distanti su diverse questioni. Il contratto di governo in questo senso rappresenta un punto di forza e un collante per l’esecutivo ma, nonostante ciò, Roberto Maroni ha ribadito che “M5S è fortemente incompatibile con la visione, con le idee e le proposte della Lega”.
Patrizia Gallina