Infuria la polemica a Napoli, soprattutto nel rione Sanità, dopo aver appreso dell’intenzione della Commissione Pontificia del Vaticano di chiedere il versamento di una serie di arretrati relativi agli incassi delle visite alle Catacombe di San Gennaro. In particolare, si parla di circa 700mila euro da versare alla Santa Sede, relativi ad almeno 10 anni di attività presso le storiche aree cimiteriali del capoluogo campano.
In questi ultimi anni, dopo una lunga fase in cui erano state abbandonate all’incuria e al degrado, le Catacombe di San Gennaro sono tornate a splendere grazie all’impegno della cooperativa La Paranza, che ha deciso di occuparsi attivamente della struttura, rilanciandola non solo agli occhi dei turisti, ma favorendo una riscoperta e un recupero del rione Sanità che è andato incontro ad una pronta occasione di riscatto. Tuttavia, dal Vaticano in questi giorni hanno fatto sapere di voler usufruire di una convenzione in essere con i responsabili del sito archeologico, secondo cui alla Chiesa di Roma andrebbe riconosciuto il 50% dei ricavi delle vendite dei biglietti.
Siccome in questi 10 anni questa percentuale non sarebbe mai giunta alla Santa Sede, la Commissione Pontificia ora avrebbe battuto cassa per una somma che dovrebbe toccare i 700mila euro. C’è da sottolineare, inoltre, che l’accordo quinquennale scadrà nel prossimo mese di luglio e che, dunque, è necessario trovare un accordo sulla questione, altrimenti si rischia di arrivare nuovamente ad una chiusura dell’area cimiteriale sotterranea risalente al II-III secolo, ponendo fine all’intera operazione di rilancio del rione Sanità. Infatti, se la cooperativa La Paranza dovesse essere costretta a pagare l’ingente cifra richiesta, difficilmente potrebbe proseguire con la sua attività.
La notizia ha fatto immediatamente il giro della città, con diversi residenti del Borgo Vergini (e dell’intero quartiere Sanità) che hanno deciso di mobilitarsi in difesa dei ragazzi de La Paranza, contestando apertamente e aspramente la presa di posizione del Vaticano. Come riporta “Il Messaggero”, diversi cittadini e commercianti di zona stanno esponendo dei cartelli di protesta, sottolineando ad esempio come le Catacombe di San Gennaro oggi diano lavoro a circa 50 giovani che, in caso di chiusura, si ritroverebbero disoccupati. Qualcun altro, invece, ha ricordato alla Santa Sede che quando ha avuto in gestione lo storico complesso, questo era finito in uno stato di abbandono, mentre soltanto ora che è ripresa l’attività, da Roma sono tornati a farsi vivi per pretendere denaro. “Vergognatevi”, c’è scritto in alcuni cartelli di protesta.
Fra le testimonianze più importanti, il quotidiano capitolino riporta quella di Antonio Cesarano, padre di Genny, un ragazzo di appena 17 anni rimasto ucciso da un proiettile vagante esploso durante una stesa di camorra. L’uomo, infatti, ha sottolineato come sia paradossale che in un momento in cui l’intero rione Sanità sta vivendo una fase di ripresa e di riscatto sociale, sia arrivata quest’ingente richiesta di denaro da parte della Commissione Pontificia: “Questo quartiere ha trovato la forza di reagire anche dopo la morte di mio figlio Genny e non può essere oggetto di ostruzione”.
Intanto è stata lanciata un’iniziativa di raccolta-firme per inviare una lettera a Papa Francesco, nella quale si chiede al Pontefice d’intervenire in prima persona affinché blocchi l’iniziativa della Commissione Pontificia di chiedere il pagamento dei biglietti arretrati venduti per le visite alle Catacombe di San Gennaro. In poco tempo la petizione ha ottenuto già 25mila sottoscrizioni.
Patrizia Gallina