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Scuola, si cambia: potrebbe tornare l’educazione civica, stop agli smartphone

Novità e ritorni in arrivo per la scuola italiana. La Commissione Cultura della Camera ha dato il via ai lavori per l’analisi delle proposte di legge volte alla reintroduzione dell’educazione civica sia nella scuola primaria che in quella secondaria. Il documento principale porta la firma di Massimiliano Capitanio (Lega) che potrebbe essere opportunamente modificato o integrato con altre idee presentate da esponenti della maggioranza e dell’opposizione.

Inoltre verranno valutati dei testi stilati da Giorgia Latini (Lega) e un altro da Mariastella Gelmini (Forza Italia, ex ministro dell’istruzione) che propongono l’introduzione del divieto assoluto di utilizzo di smartphone e altri dispositivi tecnologico-digitali (esclusi casi particolari) nei luoghi e negli orari che rientrano nell’attività didattica. I partiti di maggioranza – stando a quanto riportato da Repubblica – sarebbero disposti ad accettare queste proposte. In particolare, il documento firmato dalla Gelmini predispone che lo stop ai cellulari rientri in un’attività di “sensibilizzazione degli alunni” circa i diritti e doveri legati al ricorso ad internet e agli strumenti tecnologici, lanciando al contempo progetti per contrastare il bullismo informatico.

Il nodo più difficile da sciogliere, infatti, riguarda proprio una certa disparità di interventi in merito al possesso di smartphone da parte di studenti e insegnanti a scuola, che spesso non tendono a favorire un uso consapevole di questi device da parte dei giovani. Sul tema è già stato redatto un documento da parte di una commissione di esperti nel periodo in cui ai vertici del Ministero dell’Istruzione c’era Valeria Fedeli, la quale sempre al quotidiano romano aveva dichiarato che, se da un lato i telefoni cellulari sono molto utili per facilitare l’apprendimento da parte dei ragazzi, dall’altro però bisogna sempre guidare gli adolescenti nel loro utilizzo, poiché spesso se vengono lasciati da soli possono rischiare di non imparare nulla e, soprattutto, di imbattersi in fake news e in pericolosi episodi di cyberbullismo. Di conseguenza, l’allora ministra aveva affermato che il governo avrebbe puntato a fare in modo che i dispositivi mobili diventassero degli strumenti didattici.

Successivamente, con l’insediamento del governo formato da Lega e Movimento 5 Stelle, il nuovo ministro dell’istruzione Marco Bussetti ha subito sottolineato che ci si sarebbe mossi in linea con la Francia che ha introdotto il divieto di portare in classe i telefonini. In un secondo momento, però, il massimo esponente del MIUR ha aperto parzialmente al progetto della Fedeli, ribadendo che l’utilizzo degli smartphone potrebbe risultare positivo per “fini didattici”, confermando anche di recente il suo pensiero. Tuttavia, sembra proprio che la Lega adesso sia maggiormente orientata verso un giro di vite sui dispositivi tecnologici a scuola, dunque non è da escludere che Bussetti possa fare un ulteriore passo indietro per non entrare in contrasto con il Carroccio.

Invece, per quanto concerne il ritorno dell’educazione civica, il testo al vaglio della Commissione Cultura della Camera si basa soprattutto su quattro articoli. In sintesi, la materia dovrebbe essere reintrodotta negli istituti scolastici partendo da un totale annuo di 33 ore che andrebbero gestite tra gli insegnanti del settore storico-geografico nelle scuole secondarie di primo grado, mentre in quelle di secondo grado verrebbero affidate ai docenti del comparto economico-giuridico. Inoltre verrebbe varato un premio annuale legato proprio all’educazione civica e alle migliori esperienze portate a termine. L’obiettivo – leggendo il testo del leghista Capitanio – è quello di riavvicinare i giovani al mondo del volontariato e alle persone con disabilità, favorendo allo stesso tempo una “educazione alla legalità” ed una partecipazione attiva alla vita sociale e comunitaria.

Patrizia Gallina