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Ucraina: dopo Al Bano, anche Cutugno potrebbe finire nella lista nera

L’Ucraina sembra aver messo nel mirino alcuni dei più famosi cantanti italiani all’estero. Dopo aver iscritto ufficialmente Albano Carrisi nell’elenco dei soggetti potenzialmente pericolosi per la sicurezza del Paese, adesso potrebbe essere la volta di Toto Cutugno. Per quest’ultimo il condizionale è d’obbligo, poiché al momento si tratta di una richiesta avanzata da alcuni deputati al capo dei servizi di sicurezza (SBU) Vasily Gritsak.

La notizia è stata battuta per prima dal giornale online Economistua.com, e poi ripresa da diverse testate italiane e internazionali. La conferma dell’istanza avanzata alle autorità ucraine è giunta direttamente da Viktor Romanyuk, uno dei deputati di Kiev firmatari del documento nel quale si propone di bandire l’ingresso del cantante toscano nello Stato dell’Europa orientale. Raggiunto dall’Ansa, il parlamentare ha affermato che il celebre interprete de “L’Italiano” andrebbe inserito nella black-list per le sue presunte posizioni filorusse.

Nello specifico, Toto Cutugno è stato definito come “un agente di appoggio della guerra della Russia in Ucraina”. Romanyuk ha anche rincarato la dose, sostenendo che l’artista farebbe parte dell’associazione “Amici di Putin” e che in più di un’occasione avrebbe palesemente appoggiato l’annessione della Crimea alla Russia. Inoltre secondo lui su internet sarebbero disponibili numerose prove della vicinanza del cantautore 75enne alla politica russa, soprattutto dichiarazioni rilasciate in seguito all’occupazione della Crimea. C’è da sottolineare che proprio Cutugno il 23 marzo sarebbe atteso a Kiev per tenere un concerto ma, naturalmente, al momento risulta tutto sospeso perché, se la richiesta dei deputati dovesse essere accolta dai servizi di sicurezza, gli verrebbe immediatamente precluso l’accesso lungo tutto il territorio ucraino.

Intanto anche il “caso Al Bano” continua ad essere al centro delle cronache internazionali. Di recente l’ambasciatore ucraino ha rilasciato un comunicato stampa nel quale si è detto pronto ad incontrare il cantante di Cellino San Marco per spiegargli nel dettaglio i motivi che hanno spinto il Ministero della Cultura di Kiev a bandirlo dal Paese. Il diplomatico ha affermato di voler chiarire a Carrisi quanto sia pericoloso “flirtare con i regimi dittatoriali sanguinari” che siano del Cremlino, della Siria o anche di altre realtà politiche. Dunque nessun passo indietro al momento, ma solo la volontà di ribadire perché l’Ucraina ha voluto mettere al bando l’artista pugliese.

Patrizia Gallina