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Coronavirus: in Israele cade l’obbligo della mascherina

Da ieri, domenica 18 aprile, in Israele non è più obbligatorio l’utilizzo della mascherina all’aria aperta.
Un nuovo traguardo per il Paese, che arriva dopo una velocissima campagna vaccinale contro il Coronavirus. Il 61% della popolazione ha ricevuto almeno una dose di vaccino e il 57% anche la seconda dose.

Lo ha annunciato il Ministero della Salute israeliano, specificando che si dovrà continuare a indossare la mascherina nei luoghi chiusi e se ci si trova all’aperto in raduni di molte persone.

Coronavirus: il successo della campagna vaccinale

Il successo della campagna vaccinale ha permesso la riapertura di tutte le attività economiche. Il Premier, Benjamin Netanyahu, ha detto che “il virus non è ancora stato sconfitto. Può tornare“.
Per questo, dopo la scoperta di 7 casi di variante indiana, il Governo ha imposto alla popolazione che rientra da Paesi stranieri o non ancora vaccinati, di osservare la quarantena.
Già da diverse settimane è stato introdotto il pass che permette ai cittadini immuni di accedere a ristoranti, stadi e luoghi del tempo libero.

Nel mese di maggio, Israele aprirà ai turisti provenienti dall’estero, purché vaccinati.

I numeri della pandemia

Finora Israele ha registrato un totale di 836.000 casi di contagio da Coronavirus e 6.331 morti. Quasi il 60% dei 9.3 milioni di abitanti ha ricevuto entrambe le dosi di vaccino Pfizer-BioNTech.

Nei mesi trascorsi da quando Israele ha lanciato la sua campagna di vaccinazione a dicembre, i casi gravi e le morti sono crollati visibilmente, permettendo una riapertura dell’economia.
La campagna nella Cisgiordania ha tardato a decollare, con Tel Aviv che è stata criticata per non aver condiviso un numero maggiore di dosi di vaccino.

Circa 1 milione di israeliani di età superiore ai 16 anni ancora non è stato vaccinato. Gli esperti hanno avvertito che il paese non ha ancora raggiunto l’immunità di gregge.