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Arezzo, dopo una lite accoltella la moglie: arrestato un 50enne

E’ ricoverata in gravi condizioni all’ospedale fiorentino di Careggi la donna di 42 anni accoltellata dal marito all’ora di cena lunedì 31 maggio ad Arezzo.
L’uomo, 50 anni, operaio artigiano, ha trascorso la prima notte nel carcere di Firenze Sollicciano.
Arrestato dai carabinieri della compagnia di Bibbiena, è accusato di tentato omicidio aggravato: ha cercato di uccidere la moglie con due colpi sferrati con un coltello da cucina.
Su una sedia gli abiti sporchi di sangue che l’uomo aveva dismesso dopo l’aggressione.
È verosimile che quest’ultima sia avvenuta al rientro dal lavoro dell’uomo poiché gli abiti macchiati di sangue erano proprio quelli utilizzati nell’attività di operaio.

Arezzo: la dinamica della violenza

Il marito ha afferrato un coltello di marca Opinel, con una lama di 7 cm, ha colpito più volte la moglie procurandole diversi tagli.
Secondo quanto riferito dai sanitari del Careggi, i fendenti non sarebbero andati in profondità e non avrebbero colpito organi vitali.
Il quadro clinico è comunque serio a causa di lesioni multiple da taglio ed altre contusioni.
Il marito, resosi conto di quanto aveva fatto, dopo aver ferito la moglie ha chiesto aiuto ad un vicino di casa e ha chiamato i soccorsi.
L’uomo si trova in carcere a Firenze Sollicciano, in attesa della convalida dell’arresto.
I carabinieri della Compagnia di Bibbiena hanno condotto un approfondito sopralluogo tecnico scientifico all’interno dell’appartamento.
Sotto la direzione della Procura della Repubblica di Arezzo continuano le indagini per comprendere i reali motivi posti alla base dell’aggressione e ricostruire con precisione l’accaduto.

Pochi giorni fa l’aggressione in provincia di Lucca

Ieri un altro episodio di violenza in provincia di Lucca.
Sarebbero una decina le coltellate inferte al termine di una lite da Luigi Fontana, 54 anni, alla moglie Maria Carmela, 50 anni, nell’abitazione di Altopascio in Lucchesia – dove i due vivevano.

Un uomo ossessionato dalla gelosia.
Così il cognato descrive Luigi Fontana: “Il rapporto fra mio cognato e sua moglie si era deteriorato da tempo. Lui era ossessionato dalla gelosia, pensava che la moglie lo avesse tradito“.
Vittima e omicida erano sposati da molti anni e dal loro matrimonio erano nati due figli.
Si erano conosciuti nel loro paese d’origine e poi si erano trasferiti ad Altopascio.
Gli avevo detto di lasciare quella casa e di venire a lavorare da me – prosegue ancora il cognato – o di andare a Caserta da suo fratello Arturo che lo aveva invitato a lasciare la Toscana per prendersi un periodo di riflessione“.
Un consiglio al quale però Luigi Fontana non ha dato ascolto, “e così ha commesso il più grave errore della sua vita“.