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Padova: il cadavere di un 37enne rinvenuto nella piscina di hotel in disuso

Nell’hotel Firenze in disuso da anni ad Abano Terme, provincia di Padova, è stato rinvenuto il cadavere di un uomo di 37 anni, Marco Bernardini.
L’albergo, attualmente, si trova all’asta ed è affidato ad un curatore nominato dal giudice.
Gli inquirenti di Abano non escludono il suicidio anche se, allo stato attuale, nessuna ipotesi viene esclusa.
Il corpo, trovato riverso nell’acqua, è stato trovato dal custode dello stabile.
I genitori del giovane sono gli autori della denuncia di scomparsa, avvenuta nella giornata di lunedì 12 luglio.
Al momento del ritrovamento non sono stati trovati segno di violenza sul corpo del giovane, per questo la Procura ha disposto l’autopsia.

Padova: chi è il 37enne trovato in piscina?

Marco Bernardini, classe 1984, viveva nella stessa località termale, non molto distante dall’albergo dov’è stato trovato senza vita.
I carabinieri stanno vagliando ogni dettaglio, anche se la morte violenta è stata esclusa quasi fin da subito.
Non è da escludere che l’uomo possa essersi allontanato domenica sera dopo i festeggiamenti per la vittoria della Nazionale di calcio agli europei e sia caduto in piscina.
Un’ulteriore pista che gli inquirenti stanno seguendo è quella del suicidio, dettato da un momento di sconforto.
I carabinieri cercheranno anche di ricostruire gli ultimi giorni di vita del 37enne.
Il suo corpo era quasi irriconoscibile. Il ragazzo indossava un orologio Cartier, dettaglio decisivo per risalire alla sua identità.
Un imprenditore con tanti progetti, che apparentemente non aveva problemi finanziari.
Rimane da capire anche per quanto tempo il cadavere sia rimasto in acqua.

La disperazione dei genitori

I genitori non ritengono possibile che Marco possa essersi suicidato e propendono per una disgrazia a causa di uno stato di alterazione.
Marco era entusiasta della vita, un ottimista, impossibile che si sia ucciso – dichiara il padre Alfredo – Non so cosa possa essere successo in quel momento“.
Noi lo sentivamo poco perché lui lavorava tanto, anche troppo, io gli dicevo sempre di rallentare. L’abbiamo sentito venerdì su Whatsapp, un saluto veloce, come altre volte“.
Continua il padre: “Non so darmi una spiegazione, mio figlio non prendeva sostanze, non troviamo una ragione che giustifichi questa tragedia“.

La testimonianza decisiva

Marco è stato notato nei pressi dell’hotel Firenze in uno stato psicofisico alterato.
Un testimone ha raccontato di averlo sentito dire frasi senza senso e di averlo poi visto entrare dentro l’albergo senza grandi difficoltà.