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Trieste, pedopornografia: un arresto e due denunce

Continua il lavoro della Polizia Postale di Trieste contro il reato di pedopornografia.
Dopo le dovute perquisizioni, è scattato l’arresto per un uomo di 45 anni residente in Veneto, indagato per aver scaricato molti video di natura pedopornografica.
Le immagini e i video in questione avevano come protagonisti minori, anche infanti, ripresi in atti sessuali con altri minori, con adulti e persino con animali.

Trieste: individuati altre due persone

Individuati altri due cittadini italiani residenti a Milano e a Bari – tra i 20 e i 25 anni – per aver condiviso video illeciti. Uno dei due si vantava nelle chat di aver abusato direttamente di minori, pare nel tentativo di destare maggior interesse nei propri interlocutori.
Il ragazzo si vantava in chat del suo comportamento, scrivendo “purtroppo la nostra passione non viene capita”.
Sotto la direzione della dott.ssa Lucia Baldovin della Procura della Repubblica di Trieste, durante l’attività di ricerca delle prove informatiche sono stati sequestrati numerosi dispositivi e account.
L’indagato li utilizzava per scambiare con altri utenti il materiale illecito.
Grazie alla successiva analisi forense è emersa la possibilità di dare nomi e cognomi agli pseudonimi utilizzati sul web.

Continuano le indagini

Le perquisizioni a loro carico, effettuate con la collaborazione della Polizia Postale di Milano e Bari, hanno fornito riscontri agli inquirenti, consentendo l’altro l’arresto in flagranza di reato del giovane milanese in ragione della detenzione di un’ingente quantità di materiale pedopornografico.
Ulteriori accertamenti saranno compiuti sui dispostivi loro sequestrati.

Il reato di pedopornografia online

Negli ultimi dieci anni si è assistito ad un significativo incremento della condivisione e vendita di materiale pedopornografico online, causato dall’utilizzo di Internet e delle nuove tecnologie, che ne hanno facilitato la moltiplicazione.
Sebbene tali immagini si trovino nel dark web, negli ultimi anni si è assistito a una rapida diffusione delle stesse anche attraverso canali più accessibili quali Telegram, Whatsapp e Facebook.
I numeri e le statistiche delineano una situazione critica. Secondo il report annuale del 2019 della Internet Watch Foundation, su un totale di 260.426 segnalazioni ricevute, 132.730 contenevano materiale pedopornografico.
Il 25% in più rispetto all’anno precedente, di cui il 34% raffigurante bambini tra i 7-10 anni e il 48% tra gli 11-13.
Il 20% delle immagini riproduceva stupri e torture sessuali, per lo più ai danni di bambini di età inferiore ai dieci anni e ai neonati.