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Processo Elder, parla la madre: “È dura immaginare un’intera vita in carcere”

Si è svolta ieri la prima udienza del processo di secondo grado davanti alla Corte d’assise d’appello di Roma contro Finnegan Lee Elder. Il giovane ragazzo è accusato di aver accoltellato il vicebrigadiere Mario Cerciello Rega nel 2019 a Roma, nella notte tra il 25 e il 26 luglio. Il 20enne era con un coetaneo, Natale Hjorth, entrambi all’inizio erano stati condannati all’ergastolo.

Il procuratore generale ha chiesto di confermare l’ergastolo per Lee Elder Finnegan e di ridurre a 24 anni la condanna per Gabriel Natale Hjorth. Tra le varie cose ha spiegato che nonostante siano due giovani incensurati il delitto che hanno commesso è efferato, ai limiti della crudeltà. Ha poi aggiunto: “Elder ha colpito con un’arma che fa paura solo a vederla infliggendo, senza alcuna pietà, una sofferenza gratuita.” Ai microfoni di Fanpage la madre di Finnegan Lee Elder ha fatto sapere che il figlio convive con un grande dolore e un enorme senso di colpa. Ha poi continuato dicendo che all’epoca dei fatti aveva solamente 19 anni. Per loro e per il figlio è dura immaginare un’intera vita in carcere.

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La donna, Leah Elder, ha fatto sapere che credono nella giustizia e spera che le anomalie e le informazioni errate emerse in primo grado vengano riviste. I legali dei due ragazzi sostengono che non avevano capito che davanti a loro c’erano due carabinieri, temevano infatti di essere aggrediti da due spacciatori. La madre di Elder ci ha tenuto a scusarsi ancora con la famiglia del carabiniere dicendo che il figlio è consapevole della tragedia e dell’immenso dolore che ha provocato. A detta sua ha molto lottato e sofferto con i sensi di colpa che prova.