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Epatite acuta nei bambini: le parole del virologo Bassetti

L’infettivologo Matteo Bassetti, in merito ai casi di epatite acuta dall’origine ancora non accertata nei bambini, in una recente intervista ha dichiarato: “Non terrorizziamo la gente. Oggi la soluzione per le famiglie è tornare a fare vivere i bambini non isolati dal mondo“.
Segnalati il 22 aprile, tramite una circolare del Ministero della Salute, undici casi sospetti in Italia di epatite acuta pediatrica, di natura ancora sconosciuta.
Due di questi confermati, uno giudicato “possibile” con un trapianto di fegato.
Al momento non risulta alcun legame con il vaccino per il Coronavirus.

Epatite pediatrica: le parole di Bassetti

Per l’infettivologo il lockdown imposto per il Covid e la riduzione dei contatti sociali possono avere influito con la diffusione di questa patologia.
Lo scafandro non aiuta. l virus potrebbe avere colpito questi bimbi in una fase successiva, perché ha trovato un sistema immunitario non in grado di difenderli. Esiste anche l’ipotesi che siano pazienti predisposti.
Continuare a vivere con le restrizioni pone dei vantaggi, ma anche molti svantaggi. Se dopo 3 anni di mascherina e senza aver fatto il vaccino prendiamo l’influenza, è possibile che ci siano complicanze maggiori. Il sistema immunitario è disabituato a riconoscere il virus.
Nei bimbi le conseguenze sono peggiori, perché il sistema è vergine. Bisogna uscire dalla visione di fare vivere i bimbi lontano dalla comunità: scuola e asili sono una palestra per il sistema immunitario. Se i bimbi si fanno sette raffreddori o influenze all’anno, significa che diventano più forti l’anno dopo. La maggioranza dei virus che circolano ci consente di fare un vaccino naturale“.
Nell’Unione Europea, su 350 milioni di abitanti con 70 milioni di bambini, 40 casi di epatite pediatrica.
Non mi pare una situazione preoccupante – osserva Bassetti – con ciò non dico che non si debba fare un’indagine epidemiologica. Facciamo squadra, non terrorismo: non comportiamoci come la Cina con il Covid, ma comunichiamo bene all’opinione pubblica“.

Cosa sappiamo di questa malattia

Giuseppe Indolfi, consulente dell’Oms e coordinatore del gruppo fegato della Società europea di gastroenterologia ed epatologia spiega che “l’origine di questa forma di epatite ha tutte le caratteristiche di quelle virali“.
I bambini, in larga parte sotto i 6 anni – continua Indolfi – cominciano con vomito e diarrea e poi vanno incontro a un particolare stato di stanchezza.
Fanno gli esami del sangue e riscontrano l’aumento delle transaminasi. Questo è tipico di un’infezione virale.
Finché non siamo certi che tutti questi casi siano determinati da uno specifico virus possiamo solo ipotizzarlo“. Nei bambini i sintomi sono molto riconoscibili: l’epatite acuta si manifesta con disturbi gastrointestinali, ma soprattutto il bambino assume un colore giallo. Nei casi diagnosticati ci sono state guarigioni spontanee, nelle quali gli epatociti (le cellule caratteristiche del fegato) si sono rigenerati. In altri casi invece il fegato non è riuscito a recuperare il danno e si è reso necessario un trapianto.