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Niente sesso dopo il matrimonio: 1 coppia su 3 smette per due motivi

 

A detta dell’Associazione Matrimonialisti Italiani, almeno una coppia eterosessuale italiana su tre non fa sesso dopo il matrimonio. I dati sconcertanti non si fermano a questa rivelazione, perché influirebbe su questa tendenza anche il fattore temporale. Infatti, i sondaggi rivelano che almeno il 30% delle coppie italiane non fa sesso se sposate da almeno 15 anni, mentre per quelle sposate da più di 30 anni le stime scendono ancora di più. I dati raccolti dall’Ami forniscono anche maggiore specificità anche riguardo chi tra i partner sarebbe più ostico verso il rapporto sessuale di coppia: sarebbe l’uomo a rifiutare maggiormente un approccio.

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Oltre a definire l’entità del problema, l’Associazione ha anche indagato le cause di questo fenomeno in crescita: a spiegarle nei dettagli è l’avvocato Gian Ettore Gassani. Routine, per il 60% dei casi, e patologie legate a disfunzione dei genitali sono stati individuati come principali fattori d’influenza sul desiderio sessuale delle coppie italiane. Sulla seconda causa va, peraltro, specificato che essa non si riferisce soltanto agli uomini: sempre più donne nascondono sintomatologie riferite a patologie lievi o considerate non degne d’intervento medico, ma che inficiano significativamente le sensazioni provate durante i rapporti in coppia. Altro esempio è l’impossibilità di raggiungere l’orgasmo durante i rapporti sessuali col partner, piacere sessuale spesso simulato con insofferenza.

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Basterebbero, dunque, terapie farmacologiche adatte al proprio disagio e nuove deviazioni dal percorso standardizzato nelle nostre vite, per ritrovare la felicità di coppia un tempo assaporata. Quella sulla routine, peraltro, non era neanche una verità così ignota, poiché non sono in pochi a proclamarsi “guru” del sesso ed a denunciare i rischi che la monotonia può avere sull’attività sessuale tra marito e moglie. Queste osservazioni spiegano il perché di tanti adulteri e separazioni che si traducono quanto prima in divorzi, ma soprattutto instillano nelle persone il terrore del matrimonio.

Così, si giunge a proclamare la convivenza e la coppia aperta come nuove ambizioni delle relazioni amorose, gettando in una condizione sempre più precaria una popolazione che cerca solo stabilità e sicurezza emotiva. A ciò, si potrebbe anche ricondurre la perdita di valori che la generazione dei nativi digitali sta manifestando nel pieno delle proprie facoltà. Individui sempre più giovani si barcamenano in situazioni sempre meno adatte alla loro età, spesso finite in tragedia, ma questa valutazione potrebbe costituire soltanto una briciola dell’effettivo quadro al quale oggi tutti partecipiamo incapaci di fare la differenza.

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Va sottolineato comunque che i dati raccolti dall’Ami sono puramente indicativi per due semplici motivi: in primis, le coppie italiane a cui fa riferimento il sondaggio rappresentano un campione molto ristretto rispetto all’intera popolazione. Ciò non scredita il risultato della ricerca, ma non ne fa neanche una verità assoluta ed inoppugnabile. In secondo luogo, è da tenere a mente che i matrimoni in italia diminuiscono sempre più: la popolazione sceglie preferibilmente la convivenza, ma ciò non implica che anche in questo tipo di rapporto routine e patologie non giochino il proprio ruolo.