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Turchia, 201 morti, 300 ancora dentro: “Arduo fornire ossigeno”

Uno dei minatori soccorsi, gravemente ferito e portato in ospedale

Ankara – Dal bilancio di cui avevamo dato notizia ieri sera, la situazione nella miniera esplosa a Manisa è degenerata gravemente: i morti sono saliti a 201, mentre ieri si poteva già sperare di risollevare queste stime grazie ai soccorsi intervenuti immediatamente sul posto. Infatti, i minatori portati in salvo sono ora 80, di cui soltanto 4 feriti gravemente. Tuttavia, sono presto sorte nuove problematiche legate all’incolumità dei lavoratori rimasti intrappolati nella galleria mineraria. I soccorritori sono riusciti ad inviare nel sottosuolo abbastanza ossigeno da permettere ai circa 300 minatori ancora bloccati di sopravvivere nella giornata di ieri, ma questa condizione sta diventando difficoltosa e si teme di non poterla mantenere stabile abbastanza a lungo.

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A riferire il nuovo bilancio ai media è stato il Ministro dell’Energia turco, Taner Yildiz, accorso sul luogo dell’accaduto nella serata di ieri (ora italiana). Nella stessa giornata, il governatore Mehmet Bahattin Atci ha riferito a Ntv le condizioni che hanno creato il crollo della miniera: si tratta di un’esplosione avvenuta a circa 2.000 mt di profondità, che sembra aver destabilizzato l’intera galleria e le cui conseguenze sono perciò ancora in atto. Infatti, dei totali 580 braccianti che lavoravano in loco, quasi 300 sono già riusciti a raggiungere la superficie, nella maggior parte senza riportare gravi danni: un’ulteriore destabilizzazione dell’area deve essere avvenuta nella notte di oggi, aggravando le previsioni odierne dei soccorritori.

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Come già accennato ieri, quest’ennesimo episodio che coinvolge minatori turchi e siti di scavo getta nuovamente ombra sulla grande problematica che i lavoratori lamentano da quasi un anno: la sicurezza. Di fatto, già lo scorso novembre alocuni minatori si erano barricati invano nel sito di Zanguldak: una sorta di sciopero-protesta che ha messo a rischio le vite degli stessi manifestanti, spinti con questo gesto per chiedere al governo l’applicazione delle dovute misure di sicurezza nelle miniere. Non c’è dubbio che, in una situazione così tragica ed ancora mutevole, questa negligenza verso la tutela dei lavoratori riapra una questione che resta critica addirittura a livello internazionale. Questo, perché lavorare nelle “giuste e soddisfacenti condizioni di lavoro” è citato nella Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo.