Rochester – Dal Minnesota, i primi risultati di una ricerca medica che è stata portata avanti dagli anni ’50 e potrebbe finalmente vedere la luce. Si tratta della viroterapia: una rivoluzionaria tecnica sperimentale che sfrutta i virus per indurre la regressione di tumori maligni. Il trattamento consiste nel somministrare massicce quantità di un particolare agente patogeno in un paziente malato di cancro: questo metodo fa sì che il batterio diriga i propri effetti distruttivi unicamente sulle cellule tumorali. Dopo quasi 70 anni di ricerca, gli scienziati della Mayo Clinic di Rochester potrebbero portare una decisiva svolta nella medicina moderna.
LEGGI ANCHE: Regressione spontanea cancro: l’aloe curativa di Padre Zago a Le Iene
I risultati stupefacenti di questa tecnica sono già stati provati da almeno due casi clinici, dei quali stiamo per parlarvi nel dettaglio. Il primo coinvolge una paziente di 49 anni, che combatte con un tumore maligno dagli ultimi 9 e da ben 6 mesi è entrata in fase di regressione. Questa svolta è avvenuta proprio a seguito del contagio volontario di morbillo, che ha dato nuova speranza alla donna: addirittura, ci si aspetta una sua totale guarigione in tempi brevi. La seconda paziente ha, invece, 65 anni, lotta contro il cancro al midollo osseo da 6 ed ha ottenuto gli stessi effetti della prima donna, dopo l’inizio della viroterapia.
LEGGI ANCHE: “Morirà di cancro 1 italiano su 2″: oncologo lancia allarme nazionale
L’approssimativa validità dell’innovativo metodo testato dalla Mayo Clinic del Minnesota non è stato ancora riconosciuto formalmente da nessun’altra comunità scientifica. Questo, probabilmente, semplicemente in attesa che siano maggiori studi a confermare ulteriormente la validità della viroterapia. Infatti, l’ufficializzazione di questa tecnica potrebbe porre fine alla sofferenza di pazienti che tentano invano trattamenti curativi tramite chemioterapia ed altre metodologie che, a meno di una completa asportazione del tessuto tumorale, possono nella maggior parte dei casi rallentare il decorso del cancro.
LEGGI ANCHE: Diagnosi errata, 79enne col cancro perde il naso: “Lì ero ‘Pinocchio’”
Tuttavia, il dottor Fabio Ciceri, direttore di Ematoncologia e trapianto di midollo al San Raffaele di Milano, difende a spada tratta i ricercatori della Mayo Clinic, in virtù della serietà e dell’affidabilità della struttura stessa. “E’ un’istituzione seria e competente sulla patologia, gli autori dello studio sono buon livello e i risultati dello studio clinico incoraggianti, seppure solo di fase uno”, commenta Ciceri, “Certo: bisogna attendere le necessarie conferme, perché due soli casi sono pochi e pubblicare sul giornale della propria istituzione è un po’ troppo autoreferenziale.” Insomma, la speranza c’è, ma non va alimentata oltre un certo limite, a meno di ufficializzazioni da parte della comunità scientifica internazionale.