Andando nel dettaglio del documento si legge che “l’ Italia deve «trasferire ulteriormente il carico fiscale dai fattori produttivi ai consumi, ai beni immobili e all’ambiente, nel rispetto degli obiettivi di bilancio». Chiesti anche nuovi interventi sul mercato del lavoro. Negli incontri post elettorali l’Italia non si è fatta trovare impreparata e si accinge a proporre ai partner europei «l’attivazione di strumenti finanziari che permettano di fare leva sugli investimenti pubblici» per stimolare quelli privati.
Un bel cambio di prospettive rispetto al periodo in cui l’Italia era vista come la “pecora nera” dell’Europa vero e proprio pericolo per l’intera economia mondiale. Non bisogna dimenticare, infatti, che solo tre anni fa l’Ue e L’Fmi, di fatto, avevano commissariato il nostro governo a guida Berlusconi, il quale con il cappello in mano chiedeva cosa fare per evitare il tracollo. Adesso non sono tutte rose e fiori, ma l’emergenza è finita e l’Italia può guardare con fiducia al suo futuro economico. Ecco lo Stellone di Renzi: essere capitato al governo in un momento congiunturale favorevole, ma ancora deve dimostrare che saprà fare buon uso di questa apertura di credito a livello nazionale ed europeo.
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