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IL ROSSO A MARCHISIO – Sicuramente non meritiamo di uscire ai gironi, sicuramente non meritiamo di uscire con questo Uruguay, capace di sbloccare il risultato solo su un calcio d’angolo in 11 contro 10 per tutto il secondo tempo. Ma il protagonista, ovviamente in negativo, è l’arbitro. Intorno al 15esimo minuto del secondo tempo estrae un cartellino rosso contro Claudio Marchisio. La reazione è lo stupore del giocatore, di Prandelli, di tutta la panchina azzurra, dei tifosi incollati davanti ai teleschermi di tutta Italia. E il replay non fa altro che condannare la scelta dell’arbitro. È vero, l’intervento di Marchisio è scomposto e a gamba alta, ma il rosso proprio non ci sta. Un cartellino giallo sarebbe stato più che giusto. E invece l’Italia è costretta a giocare tutto il secondo tempo in dieci, chiudendosi e senza far passare nulla fino all’82esimo: colpo di spalla di Diego Godin che porta l’Uruguay agli ottavi. E’ solo la prima svista di un arbitraggio da brividi.
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MORSO DI SUAREZ – Prima ancora del vantaggio della Celeste, la ciliegina sulla torta di questo arbitraggio vergognoso: Luis Suarez si avvicina in mezzo all’area a Giorgio Chiellini, va testa contro testa e lo morde al collo. Suarez non è non nuovo a queste follie: in Premier League, sempre per un morso, si era preso dieci giornate di squalifica. L’arbitro non vede nulla. Ma neanche i suoi assistenti, neanche il quarto uomo. Dalla panchina, dagli spalti, da casa tutti hanno visto. Chiellini mostra il collo all’arbitro con il segno dei denti di Suarez, ma il rosso (questa volta sì meritato, non come quello a Marchisio) non arriva. L’Italia esce ai mondiali al girone: la sentenza è crudele e forse immeritata. Le colpe sono prima di tutto di Cesare Prandelli, dei giocatori e di tutto il movimento calcistico italiano, ma la rabbia è tanta per un arbitraggio onestamente scandaloso.