Questa Olimpia Milano è una squadra dalle individualità ancor più importanti di allora, Alessandro Gentile, il capitano (figlio di Ferdinando), Langford, Melli, Samuels, Moss, Hackett, Jerrels, Lawal ed altri. Come per la serie di Finale scudetto del 1996 decisiva in questo caso è stata la vittoria esterna dei lombardi (allora Gara 3 a Bologna contro la Fortitudo) a Siena in Gara 6 allo scadere. Una vittoria sulla sirena (nel 1996 Bodiroga) con il canestro di Jerrels, che è stata innanzi tutto una vittoria di squadra, una squadra che con la presenza di Giorgio Armani ha potuto fare grande pallacanestro, una squadra talmente importante da poter aprire un ciclo, con tutti i “se” della circostanza, una squadra orchestrata da Luca Banchi, per sei anni vice di Pianigiani a Siena e vincente lo scorso anno proprio sulla panchina della Monte dei Paschi.
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La Monte dei Paschi MensSana Siena non è riuscita nell’impresa di vincere il suo ottavo tricolore consecutivo, il che sarebbe stato un evento eccezionale oltre per la serie, anche per la liquidazione della società che è partita proprio quest’anno dal 21 Febbraio, causa il buco di cinque Milioni e quattrocentomila Euro della società sportiva MensSana, non più coadiuvata con ottime percentuali come in passato dal gruppo Monte dei Paschi, questo a causa delle cattive acque attuali, sponsor di MensSana Siena dal 2000. Tutto ciò potrebbe scrivere la parola fine alla storia di questa gloriosa società. Proprio per questo motivo una vittoria di Siena sarebbe stata una pagina finale clamorosa sotto tutti gli aspetti, ma il campo ha dato ragione a Milano.
Gara 7 è stata una di quelle sfide dove nel 90% dei casi vince chi si avvantaggia del fattore campo. Così, Gara 7 si è giocata in un Forum completo in ogni ordine di posto, i cui 12.000 tagliandi sono stati venduti in circa 21 minuti, in cui i 12.000 spettatori pro Milano sono stati il sesto uomo, un fattore. Prima dell’inizio della Gara “O mia béla Madunina” del pubblico ha fatto tremare le mura del Forum e la Mens Sana complice anche il clima infuocato ha accusato un parziale in sfavore che ne ha condizionato l’andamento. Per semplificare la lettura complessiva del match si devono attribuire tre quarti (1°,2°,4°) a Milano, il 3° a Siena. L’intero match è stato caratterizzato dalla difficoltà di espressione del gioco, in una gara di questa importanza ogni tiro è pesato una storia.
L’Olimpia Milano in avvio ha messo un parziale che è valso la doppia cifra di vantaggio, la MensSana soprattutto nel 1° quarto ha avuto percentuali al tiro minime, complice il clima, la tensione e se vogliamo una buona difesa di Milano, che con Samuels nel pitturato e le conclusioni di Gentile, Langford e Melli ha chiuso la prima metà avanti di sette lunghezze. Partita chiusa? Manco per sogno, La Mens Sana nel 3° quarto si ritrovava nei suoi uomini chiave: Hunter, Haynes, Carter, Janning, Green, questi, fattori, che hanno ribaltato il punteggio portandola al +8. Partita chiusa? No. L’Olimpia Milano a questo punto mette in campo cuore e cervello, trascinata da Gentile (Mvp delle finali e fresco di scelta al Draft Nba da Houston), coadiuvato da Jerrels e dal solido Melli ristabilisce la parità : 62-62. E’ a questo punto che con 3′ 30” sul cronometro il Forum è diventato una bolgia. I palloni per Siena sono diventati macigni e prima Melli e poi Hacket mettevano il +5. Moss chiudeva l’incontro da 3.
Al forum è tripudio, parquet occupato dalla folla alla sirena.
Per Milano è notte di festa. Le “scarpette rosse” sono tornate