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OGM, scoppia nuovo caso in Friuli: il mais Mon810 è dannoso?

 

Quante persone conoscono veramente il significato della sigla OGM? La questione della coltivazione di alimenti il cui corredo genetico viene in parte alterato in laboratorio è da tempo materia di confronto acceso. Da una parte, troviamo Coldiretti, sostenitori del “Made in Italy” e scettici che, documentazione alla mano, allertano gli Italiani sulla pericolosità di assumere alimenti geneticamente modificati; sul fronte opposto, agricoltori autonomi come il friulano Giorgio Fidenato, che reclamano il (sacrosanto?) diritto di scegliere liberamente con quali alimenti nutrire se stessi ed i propri figli. Tradizione contro innovazione? Non proprio, perchè i promotori dell’ OGM probabilmente non sono a conoscenza dei pericoli nascosti dietro questo piccolo “miracolo” della scienza.

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La “questione OGM” è tornata in auge in questi giorni in occasione della distruzione, da parte degli uomini del Corpo Forestale dello Stato del Friuli-Venezia Giulia, di uno dei campi di mais OGM illegalmente coltivati da Fidenato. Già, perchèfar crescere anche un solo organismo geneticamente modificato nel nostro Paese è un reato penale, punibile con una pena che va da sei mesi a tre anni di carcere, nonché con multe salatissime (si può arrivare a pagare un’ ammenda di ben 30mila euro). Fidenato, però, non ci sta. In un recente reportage sull’ OGM trasmesso da Sky TG24, l’ agricoltore ha caldamente ammesso di coltivare mais geneticamente modificato dal 2010, rifornendosi di sementa OGM in Spagna. Fidenato ha ben quattro campi in Friuli, tutti cresciuti a “pane e Mon810”. Il Mon810 è il tipo di sementa che il coltivatore utilizza per realizzare le sue colture OGM. “Non sono l’ unico ad utilizzare il mais Mon810”, ha ammesso Fidenato davanti alle telecamere di Sky TG24. “Almeno un centinaio di agricoltori del Nord Italia coltiva OGM”.

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Se le dichiarazioni di Giorgio Fidenato fossero comprovate, la questione OGM potrebbe essere ancora più spinosa di quanto non lo sia già. Mentre gli attivisti anti-OGM scelgono la strada più facile – distruggere i campi dell’ agricoltore friulano senza attendere l’ intervento della Forestale -, Fidenato manda avanti la sua protesta, centellinando una serie di buoni motivi per i quali dovrebbe avere il permesso di coltivare il mais geneticamente modificato. Nel frattempo però, la sementa Mon810, trasportata dal vento da un campo all’ altro, rischia di contaminare i campi “sani”, quelli coltivati seguendo le tradizionali (e forse, più sicure) tecniche agricole. I pro-OGM sostengono che le colture modificate in laboratorio abbiano bisogno di meno pesticidi per crescere rigogliose, consentendo così di portare sulle nostre tavole alimenti più genuini. Recenti studi, però, hanno dimostrato il contrario: il mais Mon810 avrebbe invece bisogno di essere irrorato addirittura con una quantità di diserbanti & co. pari al 26% più del normale.

In ultima istanza, recenti ricerche di laboratorio hanno dimostrato come gli alimenti OGM abbiano minacciato la salute delle povere cavie che, in nome della scienza, sono state sottoposte ad una ennesima “tortura”, riportando in breve tempo malformazioni fisiche e gravi danni al proprio organismo. Alcuni studi riportano anche delle potenziali minacce al nostro sistema riproduttivo, causate da alimenti OGM. Il dibattito sulla legittimità di coltivare e mangiare alimenti modificati in laboratorio resta aperto. Un dato, però, è allarmante: la disinformazione degli Italiani su un argomento così delicato, che riguarda da vicino il nostro benessere psico-fisico.