La strage a Parigi contro il settimanale Charlie Hebdo è stato rivendicata dalla matrice jhadista sunnita. Le fonti governative di Washington e Parigi, infatti, affermano che uno dei terroristi dal nome di Said Kouachi, 34 anni, si era recato in un campo di addestramento yemenita di Al Qaeda nel 2011 prima di fare ritorno in Francia, dove ha anche ricevuto un addestramento sull’uso delle armi leggere ed incontrato Anwar al-Awlaki (il capo di Al Qaeda nello Yemen). Quest’ultimo aveva tentato più volte di fare irruzione nella sede del Charlie Hebdo per uccidere i vignettisti colpevoli di “offese al Profeta Maometto”. L’altro assalitore, Cherif Kouachi, aveva 32 anni ed era già stato arrestato in Francia mentre era in partenza per la Siria dove voleva combattere gli americani.
Tutto questo fa legittimamente pensare ad un legame tra i killer e il ramo della “vecchia” Al Qaeda, quella a cui fa capo Ayman al-Zawahiri, il successore di Osama Bin Laden. Ma la rivendicazione arriva da Mosul, la città irachena occupata dall’Isis, dove Abu Saad al-Ansari ha affermato: “Abbiamo iniziato con l’operazione in Francia, al Charlie Hebdo, per la quale ci assumiamo la responsabilità, domani toccherà alla Gran Bretagna, l’America e ad altri, è un messaggio a tutti i Paesi che partecipano alla coalizione internazionale guidata dagli Usa che ha ucciso militanti dello Stato islamico”.
Tali rivendicazioni sono coerenti con tutti gli indizi che riportano alla “vecchia” Al Qaeda. Le due organizzazioni hanno iniziato a collaborare dalla fine di settembre, da quando Jabhat al-Nusra (Al Qaeda in Siria, ndr) definì la coalizione anti-Isis una “guerra contro l’Islam”. Da quel momento Al Qaeda e Isis hanno smesso di combattersi l’un l’altro in Siria e ha preso inizio la cooperazione contro i nemici comuni. Agli incontri ha partecipato anche Khorasan, un terzo e misterioso gruppo considerato dall’intelligence Usa la più grande minaccia alla sicurezza nazionale in quanto “impegnato a preparare attentati imminenti”.
Proviamo, ora, a fare un resoconto…
Proviamo a fare un resoconto di quanto è effettivamente accaduto in questi ultimi giorni a Parigi cercando di evidenziare le notizie certe e quelle che ancora sono “nascoste al pubblico”.
Cosa sappiamo
- I fratelli franco-algerini Cherif e Said Kouachi, accusati della strage alla redazione del Charlie Hebdo, sono stati uccisi a Dammartin-en-Goële, 40 chilometri da Parigi.
- Erano entrambi nella no fly list dove le autorità americane inseriscono i terroristi noti o sospetti e gli era, quindi, impedito volare negli Usa.
- Nel 2011 Said Kouachi era stato in un campo di addestramento di Al Qaeda nello Yemen.
- L’ostaggio a Dammartin-en-Goële è stato liberato e prima del blitz era in contatto con le forze speciali a cui riferiva informazioni.
- Amedy Coulibaly, 32 anni, era nato nell’Ile-de-France e condannato per furto d’armi nel 2001.
- Era in contatto con Cherif Kouachi, uno dei fratelli accusati della strage del Charlie Hebdo. Sono stati in prigione a Fleury-Perogis tra il 2005 ed il 2006.
- Nel 2010 Coulibaly era stato nuovamente arrestato dalla polizia anti-terrorismo ed aveva progettato di far evadere di prigione il terrorista algerino Smain Ait Ali Belkacem, una delle figure chiave degli attentati alla metro di Parigi del 1995.
- A Porte de Vincennes sono stati liberati alcuni ostaggi.
- Coulibaly ha ammesso di far parte dell’Isis, mentre Cherif Kouachi ad Al Qaeda nello Yemen.
Cosa non sappiamo
- Uno dei fratelli Kouachi è stato in Siria lo scorso anno, ma non è ancora chiaro di chi si tratti.
- Non è ancora noto se nel supermercato c’era anche Hayat Boumedienne, la compagna di Amedy Coulibaly.
- Il numero di ostaggi feriti e/o uccisi a Porte de Vincennes.