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Domani dimissioni di Napolitano: “Paese sia unito e sereno”

Domani, mercoledì 14 gennaio, Giorgio Napolitano annuncerà le proprie dimissioni dall’incarico di Presidente della Repubblica. A confermarlo è stato lo stesso Capo dello Stato nel corso dell’ultimo incontro col premier Matteo Renzi. I due hanno avuto modo di confrontarsi sull’imponente manifestazione di Parigi e sulla chiusura del Semestre di presidenza italiana dell’Unione Europea: nel discorso conclusivo lo stesso Renzi ha invitato tutti gli europarlamentari ad un lungo applauso per Giorgio Napolitano, “europeista convinto”. Nella giornata odierna l’ormai ex Presidente della Repubblica saluterà tutti i Corazzieri e i dipendenti del Quirinale, che lo hanno affiancato in questi nove anni di presidenza. Domani le dimissioni ufficiali.
“L’augurio al Paese è che sia unito e sereno. Anche perché viviamo in un mondo molto difficile. Abbiamo visto nei giorni scorsi cosa è successo in un Paese vicino e amico come la Francia. Siamo molto incoraggiati dalla straordinaria manifestazione di Parigi però, insomma, sempre essendo attenti a stare in guardia e a non fare allarmismo, dobbiamo essere molto consapevoli della necessità, pur nella libertà di discussione politica e di dialettica parlamentare, della necessità di un Paese che sappia ritrovare, di fronte alle questioni decisive e nei momenti più critici, la sua fondamentale unità“. Queste sono le dichiarazioni rilasciate da Giorgio Napolitano a RaiNews24. “E’ contento di tornare a casa?”, chiede una bambina a Giorgio Napolitano durante una manifestazione della polizia in piazza Quirinale. “Qui si sta bene, è tutto molto bello, ma è un po’ una prigione. A casa starò bene e passeggerò”.

Napolitano: "Sono felice di tornare a casa"

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Da parte sua Matteo Renzi ha cercato di rassicurare Napolitano sulla situazione delle riforme costituzionali: “Sono convinto che riusciremo a farle approvare prima di eleggere il suo successore”. Tuttavia, i tempi sono strettissimi: sia la questione della nuova legge elettorale, sia la riforma del Senato sono ancora in Parlamento. La speranza del governo è quella di approvare entrambe le riforme tra il 23 ed il 26 gennaio per poi dedicarsi alla scelta del successore di Giorgio Napolitano ed iniziare le votazioni in aula a partire dal 29 gennaio. Intanto all’interno del Partito Democratico si cerca un punto d’accordo: in una riunione i democratici hanno stabilito che il nome del prossimo Presidente della Repubblica dovrà essere prima oggetto di confronto all’interno del Pd e solo in un secondo momento sarà discusso con gli altri partiti. L’obiettivo è quello di evitare la “debacle politica” che il 20 aprile 2013 portò alla rielezione di Giorgio Napolitano.