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Religione: è giusto esagerare nell’ironia? Il caso Paolo Brosio

 

Un pò di sana ironia fa bene alla salute. Prendersi in giro è sinonimo di maturità, ridere dei propri difetti e delle proprie fissazioni può spesso risultare un toccasana per la nostra e l’ altrui anima. Si fa satira proprio su tutto: squadra del cuore, gusti sessuali, passioni per i divi del cinema. Esiste, però, un limite invalicabile, oltre il quale divertirsi sulle spalle altrui può diventare esercizio di cattivo gusto, se non addirittura oggetto di un atto di terrorismo?
La religione è roba seria, materiale da maneggiare con cura. La strage nella redazione del giornale satirico Charlie Hebdo ne è stata la prova lampante: giornalisti, poliziotti, uomini uccisi in nome di Maometto, della Fede, della Religione con la “R” maiuscola. Finite le commemorazioni, tornati alla “normale” routine, tutto il Mondo continua a condannare un gesto tanto ingiustificato quanto deprecabile. Vi è però una porzione, seppur piccola, di esseri viventi che si è posta una domanda alquanto scomoda: ma i giornalisti e vignettisti di Charlie Hebdo non avrebbero semplicemente potuto evitare di prendere in giro l’ altrui credo religioso? Probabilmente, un quesito del genere sarà ritenuto dalla maggior parte di noi fuori luogo; allo stesso modo, però, la maggior parte di noi non avrà trovato nulla da ridere di fronte al classico “sfottò” televisivo perpetrato, stavolta, ai danni della nostra religione.

Charlie Hebdo e il terrorismo


Nel corso della nota trasmissione TV “Scherzi a parte” andata in onda ieri sera sulle reti Mediaset, è andato in scena uno scherzo ritenuto da numerosi telespettatori non solo stupido, ma anche lesivo del credo religioso di un noto “convertito” dello spettacolo. Vittima dello scherzetto – neanche tanto divertente – realizzato da Frank Matano è stato Paolo Brosio, noto giornalista riavvicinatosi alla religione cattolica grazie ad un viaggio compiuto a Medjugorje. Nel corso dello spettacolino alquanto penoso andato in onda ieri, Matano e la troupe di “Scherzi a parte” hanno simulato una finta telefonata di Papa Francesco all’ incredulo Brosio, che è arrivato a commuoversi fino alle lacrime. Lo choc del giornalista è stato talmente forte che Matano ha vissuto momenti di reale imbarazzo: come rivelare ad un uomo così devoto a Dio e legato alla sua religione l’ amara verità? Sono seguiti i soliti rituali della trasmissione, composti dalla penosa rivelazione (scandita dalla sempreverde formula “Sei su Scherzi a parte”) e dalla presenza in studio del malcapitato oggetto dello sfottò, che ha rimarcato – così come aveva fatto nel corso della registrazione dello scherzo – il suo biasimo di fronte ad una burla di cattivo gusto.

Brosio come gli Jihadisti: un paragone da effettuare con le dovute cautele, perchè la star TV non è mai arrivato, in nome della sua religione, ad uccidere Matano o altri esseri umani, rei di aver posseduto l’ ardire di prendersi gioco del suo credo. Proprio per questo, probabilmente, è più naturale empatizzare con lui piuttosto che con un trio di non proprio improvvisati terroristi, che non hanno perso tempo a lanciare il loro messaggio di puro e folle odio. Eppure, una piccolissima frangia di esseri razionali non ha negato che le fantomatiche vignette di Charlie Hebdo avrebbero potuto offendere anche la sensibilità del musulmano più moderato. Allora, quando la misura di uno scherzo è colma? L’ eccesso di ironia può essere scandito da un fiume di lacrime in televisione, da un moto sdegno espresso in rete o da un colpo di arma da fuoco contro civili innocenti? La religione è oggetto delicatissimo nelle mani di fedeli e non: da oggi in poi, dovremmo imparare tutti a maneggiarlo con cautela, data la sua “pericolosità”.