I risultati parlano chiaro: il pene si sta lentamente accorciando. Le cause, secondo alcuni famosi giornali e scienziati, sarebbero molteplici ma possiamo circoscrivere il tutto all’allungamento dell’età media che porterebbe a malattie croniche come il diabete. La discussione è nata dopo un articolo pubblicato dal Telegraph dal titolo veramente esplicito: “Il pene sta diventando più piccolo, realtà o mito?”.
Si legge sul quotidiano online: “Oggi la lunghezza media è di circa 13 centimetri, ma non abbiamo molti dati sulle dimensioni del sesso del maschio adulto di 60 anni fa. Tuttavia ciò che sappiamo è che gli uomini contemporanei vivono molto più a lungo, ma spesso sono più grassi o soffrono di malattie croniche come il diabete che influiscono sulla frequenza e sulla mascolinità delle erezioni”.
La teoria viene ampiamente supportata dal libro di Deborah Cadbury, The Feminization of Nature. Nelle pagine si può capire chiaramente come l’accorciamento dell’organo maschile sia dovuto alla presenza di sostanze chimiche nell’alimentazione e nella vita quotidiana, andando a influire sul sistema endocrino. Le sostanze messe sotto accusa sono i bifenili o il bisfenolo, presenti nelle plastiche di molti oggetti, che vanno ad incidere negativamente sull’equilibro ormonale. I
l risultato? Il pene dei nonni risulta essere in media più lungo di due centimetri rispetto a quello dei nipoti.
Ecco una gallery che mostra la distribuzione delle dimensioni medie del pene nel mondo:
“L’organo sessuale dei giovani italiani è più corto di un centimetro rispetto ai coetanei della metà del secolo scorso”, ha affermato Carlo Foresta, direttore del Servizio per la patologia della riproduzione umana dell’Azienda ospedaliera di Padova.
Costui si era già occupato di tale questione in passato analizzando le dimensioni di… 2000 diciottenni e confrontandole con quelle delle passate generazioni. “Forse è per questo che nell’articolo del giornale inglese è citata l’Italia come uno dei Paesi più attivi sul fronte dello studio del possibile accorciamento del pene l’obesità sempre più marcata anche tra i giovani influenza negativamente la produzione di ormoni durante l’età dello sviluppo.
La lunghezza dell’organo sessuale maschile è data dall’imprinting genetico che riceve ognuno di noi, ma può essere influenzata da fattori esterni: stili di vita poco salutari e fattori ambientali, che sopratutto nell’età dello sviluppo, possono incidere sulle dimensioni”.
Da sottolineare che le vittime non sono soltanto i giovani. “I corpi cavernosi, le strutture portanti dell’organo sessuale maschile, risentono delle… influenze ormonali. Così se c’è un calo del testosterone, come avviene negli ’over 50’, o quando con l’età subentrano malattie croniche come l’obesità e il diabete è chiaro che anche le dimensioni del pene vengono investite del problema”.
L’urologo-andrologo della Sapienza di Roma Gabriele Antonini ha affermato: “Il benessere porta anche patologie come il diabete e il colesterolo, che incidono sulla salute dei vasi sanguigni e possono causare uno stato di fibrosi dei corpo cavernosi dell’organo sessuale maschile.
Con evidenti conseguenze sull’erezione e la lunghezza del pene. Un problema purtroppo in aumento”.