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Diabete, la cura arriva dalla corteccia degli alberi di mele

DIABETE – Una nuova molecola somministrata una volta al giorno permette l’eliminazione dello zucchero in eccesso e la riduzione della glicemia. Il bersaglio principale cambia totalmente e stavolta si punta direttamente ai reni grazie a questa nuova terapia, già disponibile in Italia, di una nuova classe di farmaci definiti inibitori del co-trasportatore di sodio-glucosio 2 (SGLT2), una proteina responsabile del 90% del riassorbimento del glucosio da parte dei reni.

Il meccanismo d’azione del farmaco Dapagliflozin è stato sviluppato partendo dalla florizina, una sostanza naturale che è presente nella corteccia degli alberi di mele e, se assunta in dosi molto elevate, porta all’escrezione del glucosio nelle urine. “La nuova classe terapeutica – dichiara Andrea Giaccari, professore di diabetologia Policlinico Gemelli di Roma e Presidente Associazione Diabete Ricerca – permette di perdere il glucosio con le urine non solo per glicemie molto alte, come normalmente avviene in chi ha il diabete, ma anche in presenza di glicemie di poco elevate, senza mai indurre ipoglicemia”.

È l’unica che non interferisce con altri meccanismi di controllo della glicemia, in particolare con l’insulina, e ciò garantisce un grande vantaggio nel diabete di tipo 2. Ovviamente con gli zuccheri si eliminato anche calorie, e di conseguenza peso, ma “se la glicemia è alta si perde più glucosio, ma il meccanismo si autoregola – specifica il professor Salvatore Caputo, Presidente di Diabete Italia – qualora la glicemia fosse nella norma o solo lievemente superiore si perdono pochi zuccheri. Di conseguenza non è un farmaco indicato per dimagrire in persone sane. In media in un diabetico permette l’eliminazione di circa 500 kcal al giorno”. Ricordiamo che ogni ora nel mondo muoiono 560 persone, 3 in Italia, per cause riconducibili al diabete quindi è necessario trovare una cura efficace nel più breve tempo possibile.