Andiamo ad analizzare nel dettaglio la ricerca del dottor Wilson e dell’esperimento chiave che ha prodotto i risultati sopra detti:
L’ESPERIMENTO SOCIALE
L’esperimento degli stuti di Wilson e il suo team, consisteva nell’osservare il comportamento di una persona chiusa in una stanza spoglia per pochi minuti e “costringerla” a pensare.
L’obiettivo principale era quello di vedere quanto i soggetti protagonisti della ricerca siano capaci di isolarsi, anche solo per brevi istanti, interrompendo qualsiasi forma di contatto col mondo esterno e di pensiero. Solo a sentire cosa avrebbero dovuto fare, ha affermato Wilson, i partecipanti all’esperimento hanno subito manifestato i primi segni di fastidio.
Addirittura, i soggetti ai quali è stato chiesto di isolarsi in una stanza della propria casa, ambiente decisamente più comodo e familiare rispetto ad un’anonima stanza spoglia, hanno “tradito” il compito che gli era stato affidato iniziando a usare oggetti come gli smartphone o, in alcuni casi, a fare richiesta di una piccola scossa elettrica, ovvero la soluzione ultima, la più drastica, messa a disposizione dai ricercatori per sfuggire all’obbligo di pensare.
Difficile a credersi, ma detti del tipo “Se mi fermo a pensare son perduto”, “Se pensi troppo è peggio” o ancora, “Pensa di meno e agisci di più” potrebbero, ciascuno in modo diverso, trovare un riscontro concreto nella ricerca condotta da Wilson. In altre parole, meglio non pensare che pensare.
CONCLUSIONI
Pensare tanto, perciò, non è affatto da persone intelligenti, e può creare perfino problemi di salute. Le così dette “paranoie mentali” possono portare a problemi di depressioni e difficoltà sociali che sfociano anche in patologie gravi. Le persone che pensano di più, infatti, tendenono ad isolarsi e a creare più facilmente barriere sociali.