Elena Ceste, 37 anni, era sposata con Michele Buoninconti da più di 15 anni, dal quale aveva avuto 4 figli. Casalinga e madre a tempo pieno, la donna aveva riallacciato i rapporti con alcuni compagni di classe tramite Facebook. Forse, proprio tra una di queste chat, sarebbe nato un rapporto che avrebbe angosciato la donna. I giorni precedenti la sua scomparsa, Elena viene infatti descritta come una persona inquieta, forse preoccupata. La mattina del 24 gennaio avrebbe chiesto al marito di accompagnare i figli a scuola, non sentendosi di farlo di persona. Durante l’assenza dell’uomo, Elena sarebbe uscita di casa nuda, lasciando i vestiti in giardino dove li ha trovati il marito. Le ricerche della donna sono proseguite senza risultati, varie le ipotesi formulate sulla sua scomparsa. Si è arrivati anche a pensare che Elena si sia allontanata volontariamente, forse per rifugiarsi in un convento di clausura nelle vicinanze. Il 18 ottobre è stato rinvenuto un cadavere in avanzato stato di decomposizione a circa 2 chilometri dall’abitazione della donna. Il corpo è stato trovato ad Isola d’Asti, in un canale di scolo. La risposta dell’esame del DNA, arrivato 5 giorni dopo il ritrovamento, non ha lasciato dubbi: si tratta dei resti di Elena Ceste.
Michele Buoninconti è stato arrestato il 29 gennaio 2015. Il dubbio sulla sua colpevolezza era già presente durante le ricerche. Secondo gli investigatori, il suo resoconto riguardante gli avvenimenti della mattina in cui la moglie scomparve non sono mai stati chiari, a tratti anche lacunosi e incoerenti. A luglio è iniziato il processo contro il marito della vittima. L’accusa ha chiesto 30 anni di carcere, il massimo della pena. Il giudice incaricato, Roberto Amerio, ha accolto la richiesta ieri. Fra novanta giorni, si potranno leggere le motivazioni della sentenza.