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La profezia di Oriana Fallaci: “Parigi è persa”

“Sono anni che come una Cassandra mi sgolo a gridare ‘Troia brucia, Troia brucia’. Anni che ripeto al vento la verità sul Mostro e sui complici del Mostro, cioè sui collaborazionisti che in buona o cattiva fede gli spalancano le porte. Che, come nell’Apocalisse dell’evangelista Giovanni, si gettano ai suoi piedi e si lasciano imprimere il marchio della vergogna. Incominciai con La Rabbia e l’Orgoglio. Continuai con La Forza della Ragione . Proseguii con Oriana Fallaci intervista sé stessa e con L’Apocalisse. I libri, le idee, per cui in Francia mi processarono nel 2002 con l’accusa di razzismo-religioso e xenofobia. Per cui in Svizzera chiesero al nostro ministro della Giustizia la mia estradizione in manette. Per cui in Italia verrò processata con l’accusa di vilipendio all’Islam cioè reato di opinione…” Questo è solo uno stralcio dell’articolo che la scrittrice e giornalista Oriana Fallaci scrisse sulle pagine del Corriere della Sera, all’indomani dell’attentato alla Torri Gemelle, l’11 settembre 2001.

“Un nemico che trattiamo da amico. Che tuttavia ci odia e ci disprezza con intensità. Un nemico che in nome dell’umanitarismo e dell’asilo politico accogliamo a migliaia per volta, anche se i Centri di accoglienza straripano, scoppiano, e non si sa più dove metterlo. Un nemico che in nome della ‘necessità’ (ma quale necessità, la necessità di riempire le strade coi venditori ambulanti e gli spacciatori di droga?) invitiamo anche attraverso l’Olimpo Costituzionale. ‘Venite, cari, venite. Abbiamo tanto bisogno di voi'”.

Quelle di Oriana Fallaci sono parole scritte con un coraggio, una rabbia e un’intensità di cui solo lei era capace.
Sono parole così forti da risultare sconvolgenti: rileggendole, sono tanto attuali che sembrano essere state scritte oggi, durante questi momenti di terrore, e non nel 2001. “Un nemico che in virtù della libera circolazione voluta dal trattato di Schengen scorrazza a suo piacimento per l’Eurabia sicché per andare da Londra a Marsiglia, da Colonia a Milano o viceversa, non deve esibire alcun documento. Può essere un terrorista che si sposta per organizzare o materializzare un massacro, può avere addosso tutto l’esplosivo che vuole: nessuno lo ferma, nessuno lo tocca.”