Una settimana è già passata dai sanguinosi attentati di matrice terroristica che hanno infranto le già fragili difese di Parigi. Uomini, donne, bambini hanno trovato la morte per mano degli uomini e delle donne dell’Isis, che senza pietà alcuna hanno compiuto una mattanza, che ancora oggi continuano non solo a rivendicare, ma anche a perpetrare (basti leggere le drammatiche notizie provenienti dal Mali). Abbiamo imparato a conoscere nelle parole, nelle immagini, nei video alcune delle vittime – reali o scampate – di quel raid cruento che si è consumato, lo scorso 13 novembre, al Bataclan. Alcune di queste drammatiche storie riguardano delle madri che, in nome dell’amore per la propria prole, hanno compiuto degli estremi sacrifici, senza pensarci due volte.
Patricia ed Elsa – rispettivamente madre e figlia – erano al Bataclan con il figlio di Elsa, Louis, di appena cinque anni. Stavano godendosi il concerto degli Eagles of Death Metal, quando una raffica di colpi di fucile è stata esplosa da un gruppo di giovani terroristi, giunti a compiere una carneficina vera e propria, nel falso nome di Allah. Incuranti dei rischi, i killer del Bataclan non hanno guardato in faccia a nessuno: donne, uomini, adolescenti, tutti sono caduti sotto i colpi del “comando” della morte, inclusa la “nostra” Valeria Solesin. Il piccolo Louis, però, ce l’ha fatta. Merito delle madri coraggio Elsa e Patricia, che si sono fiondate addosso al bambino, proteggendolo con i loro corpi. Hanno fatto da scudo al bimbo, Elsa e Patricia, due madri che hanno pagato con la vita un sacrificio d’amore in piena regola.
Madri disposte a tutto pur di salvare la propria progenie, anche quella che deve ancora venire al Mondo, in un Mondo carico di odio e di disprezzo per la vita altrui. Hanno letteralmente fatto il giro del Globo le immagini della donna incinta, penzolante da una delle finestre del Bataclan posta al piano superiore, in cerca di aiuto. “Sono incinta, aiutatemi!”, ha urlato a squarciagola quella che, a ragione, è stata eletta il simbolo delle madri coraggio parigine. La donna è stata immediatamente soccorsa da un ragazzo, che non ci ha pensato due volte ad aiutarla, anche a discapito della propria vita.
Il lieto fine, in questo caso, c’è stato. E fino in fondo. Recuperate le energie fisiche ed emotive a seguito della choccante esperienza, la misteriosa futura madre del Bataclan – che ha voluto rimanere anonima – è ricorsa ai social network per ritrovare il suo salvatore. Che ha trovato, ha (forse) incontrato, ha ringraziato infinitamente per il suo gesto di pura ed estrema generosità. Azioni che solo le madri possono capire. Azioni che soprattutto le madri possono compiere.