Secondo le indagini degli inquirenti, l’uomo era solito far spogliare le ragazze durante le sedute nel suo studio. Non essendoci una reale necessità clinica per giustificare tale atto, spiegava loro che la motivazione era di carattere medico. In seguito, le costringeva a subire atti sessuali tramite massaggi invasivi sempre per scopi puramente terapeutici. Questo “modus operandi” tendeva però a non essere sempre lo stesso. Il medico infatti era solito adottare approcci diversi in base all’età, al sesso e all’avvenenza delle sue pazienti.
Le indagini sono state avviate a seguito di una segnalazione al 114, Servizio Emergenza Infanzia. Secondo la denuncia, il medico avrebbe toccato ripetutamente le parti intime di una paziente minorenne. Gli accertamenti del caso sono scattati immediatamente, confermando la versione della giovane. A questa, si sono aggiunte le testimonianze di altre due ragazze. Anche loro, dopo essere state fatte spogliare per “ragioni mediche”, hanno subito massaggi invasivi, sempre seguite dalle stesse motivazioni.