VNews24

Rozzano e il Natale a rischio: è giusto sopprimere il presepe?

Il Natale è sempre più a rischio nel nostro Bel Paese. Si è detto tutto e il contrario di tutto sulla giornata nella quale, secondo la Bibbia, Gesù scende sulla terra e, secondo la credenza popolare, Babbo Natale porta i doni ai bambini buoni. Il Natale è stato dipinto come una festa che inneggia al consumismo, che promuove l’ipocrisia buonista, che offende le persone che non credono al Natale. Già, le persone che non credono e non festeggiano la festività del 25 dicembre: è proprio attorno ad alcune di queste persone che si è consumata l’ennesima polemica al vetriolo tra i vari politici di turno – che hanno cavalcato quest’onda per racimolare qualche voticino in più, che non guasta mai – la gente comune ed i genitori dei bambini, le vere “vittime” di questa lotta continua all’albero e al presepe condotta – neanche a farlo apposta – da chi crede che ci sia bisogno di rispettare la fede altrui, anche quella islamica.

La cronaca degli ultimi giorni ci porta a Rozzano, trasformatasi da tranquilla comunità lombarda a teatro di “guerra intestina” tra il Preside di un Istituto comprensivo – che avrebbe, in nome del rispetto per i diversi credo religiosi, elegantemente “soppresso” i festeggiamenti natalizi nella scuola – e i più ferventi fan di presepe, albero di Natale ed inni a tema. La polemica è arcinota: Marco Parma, Preside dell’Istituto comprensivo Garofani, avrebbe scelto di posticipare a gennaio il classico concerto di Natale dei bambini del plesso elementare, trasformando i festeggiamenti religiosi in un festival d’inverno. Dietro a tale scelta tecnica si nasconderebbe, in realtà, il desiderio di non offendere i bambini islamici presenti nell’istituto che, come ovvio, non credono nè celebrano il Natale.

Apriti, cielo: politici di destra e sinistra, genitori cattolici, giornalisti e semplici curiosi hanno immediatamente “invaso” Rozzano, invocando la salvezza divina di albero, regali, presepe e Santa Claus. Una mobilitazione più che legittima se consideriamo che, in Italia, il Natale si festeggia a prescindere – con buona pace degli atei o dei buddhisti, per esempio – proprio perchè la nostra Nazione professa la fede cattolica ed ospita, dettaglio per nulla trascurabile, il Papa all’interno dei suoi confini. La domanda che ogni comune mortale si pone, dunque, è: perchè abolire il Natale proprio per gli islamici, specie dopo i drammatici fatti avvenuti a Parigi? Con quale diritto, per l’ennesima volta, deve essere la nostra Nazione ad abbassare la testa e a rinunciare alla propria cultura, alle proprie tradizioni, alla propria fede?

La questione è più complessa di quanto si possa credere. In diversi talk show abbiamo potuto avere un saggio dell’“Islam-pensiero” da parte di neo-convertiti, molti dei quali proprio Italiani. Gli islamici in Italia sono tanti ed esercitano liberamente il proprio diritto a parlare, scrivere, disquisire dei difetti del Cattolicesimo e della cultura occidentale: una libertà che, nei territori dove l’Islam è la prima religione, forse tali personaggi possono solo sognare. E’ giusto, allora, concedere così tanta libertà nel nostro Paese? Se lo chiedono i nostri politici, che finalmente si sono svegliati dal torpore e, all’urlo di “Nessuno tocchi il presepe!”, hanno assediato la cittadina lombarda, apostrofato malamente il Preside, cantando a squarciagola i classici canti di Natale. Il tutto, non a caso, proprio a ridosso della campagna elettorale per eleggere il prossimo Sindaco di molte città, tra le quali Milano.

Una mossa, quella di Salvini, Gelmini e La Russa, salutata con giubilo da alcune persone, ma aspramente criticata da alcuni genitori, che hanno difeso il Preside e gridato alla strumentalizzazione della situazione di Rozzano. Il Preside “Grinch”, nel frattempo, si è dimesso. L’uomo non ha mancato, però, di rendere nota la sua lettera di dimissioni, nella quale tenta di dissipare una nube, innalzata forse inutilmente da alcuni genitori, che aleggia attorno alla sua contestatissima scelta. E’ anche questo il Natale, la festa in cui tutti dovremmo essere più buoni e nel corso della quale invece, tra un pacchetto regalo ed un presepe sempre più in pericolo, finiamo ancora una volta per scannarci.