Amnesty International ha dichiarato nella relazione di avere serie preoccupazioni riguardo la coalizione per le offensive aeree in Siria guidata dagli Stati Uniti. Gli Stati Uniti hanno raramente riconosciuto e ammesso la morte di civili causata dai propri bombardamenti aerei contro lo Stato Islamico iniziati nel settembre 2014. Alcuni tuttavia presumono che il numero di morti si aggiri intorno qualche centinaia. La Russia ha dato il via ai bombardamenti a settembre, con la dichiarazione di agire secondo le richieste del presidente siriano Bashar al-Assad. L’obiettivo è lo Stato Islamico e altri gruppi designati come terroristi, alcuni dei quali sostenuti dall’Occidente.
L’associazione umanitaria annuncia anche di aver studiato da distante più di 25 attacchi russi perpetrati a Homs, Hama, Idlib, Latakia e Aleppo nel periodo compreso tra il 30 settembre e il 29 novembre. Non solo, ha anche intervistato al telefono o via internet dei testimoni degli attacchi e ha raccolto prove audio, video e constatazioni di esperti di armi. Sembra anche che ci siano prove per cui l’esercito russo avrebbe illegalmente sganciato bombe in aree densamente popolate e utilizzato indiscriminatamente anche munizioni a grappolo.
Il portavoce presidenziale Dmitry Peskov ha dichiarato che il ministro per la Difesa russo esaminerà l’accuratezza delle informazioni riportate da Amnesty International. Si stima che più di 250 mila persone siano state uccise e milioni di persone sono state costrette ad abbandonare le proprie abitazioni dall’inizio del conflitto siriano nel marzo del 2011.