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Animalisti denunciano Sgarbi: “Offende le capre”. Lui risponde così

Il noto critico d’arte Vittorio Sgarbi ha il “vizietto” di offendere le persone chiamandole “capre”. Ora, però, ad essersi indignate non sono le persone da lui apostrofate, ma gli animalisti dell’Aidaa (Associazione italiana per la difesa di animali e ambiente). L’associazione, tramite la figura del suo presidente nazionale Lorenzo Croce, ha infatti presentato un esposto alla Procura di Ferrara per denunciare il critico d’arte, accusato di diffamare l’animale. Quello che si chiede ai magistrati è di “verificare se l’uso spregiativo del termine “capra” che lo stesso critico d’arte usa a sproposito, non sia un incitamento al maltrattamento di animali oltre che un uso scorretto della lingua italiana”.

L’Aidaa ha difeso infatti le capre, sottolineando che l’animale è molto più intelligente di quello che si pensa e consigliando a Sgarbi di trascorrere qualche giorno in una fattoria per poter verificarne la veridicità. Come lo stesso Croce ha ammesso, si è trattato comunque di una vera e propria provocazione, ma la risposta del critico d’arte non si è fatta attendere. Sgarbi ha infatti sottolineato di non aver mai usato il termine “capra” assieme ad aggettivi spregiativi perché considera molti esseri umani inferiori all’animale. Ha poi concluso la risposta con una nota ironica: “Suggerisco comunque all’Aidaa di fare un esposto anche contro Gesù Cristo che, identificandosi nel buon pastore, ha riconosciuto negli uomini le sue pecore”. In ogni caso, Giampaolo Cicconi, legale di Sgarbi, ha sottolineato che usare la parola “capre” in senso spregiativo non presenta nessun reato perseguibile penalmente.