Il 44enne ucraino lavorava presso un vivaio e il titolare, notando la sua assenza dal posto di lavoro, si è recato presso la sua abitazione per trovarsi di fronte a una scena raccapricciante: madre e figlia erano state massacrate e l’uomo, completamente sporco di sangue, che dopo il duplice omicidio ha tentato di togliersi la vita. “Ho fatto un guaio”, ha detto al suo datore di lavoro. La famiglia si trovava nella cittadina di Licola da qualche anno.
I familiari della donna ucraina e della bambina Katia sono stati condotti nella più vicina caserma dei carabinieri per essere interrogati. Si tratta del fratello e della cognata di Marina Havrylyuk. “Era un padre premuroso. Non può aver fatto una cosa del genere”, hanno confessato agli agenti i vicini della famiglia. La piccola Katia aveva problemi di udito e il padre, secondo quanto rivelato dai vicini, gli ha sempre garantito tutte le cure necessarie.