La causa #OscarsSoWhite, intrapresa da volti noti – di colore – di Hollywood ha trovato pieno sostegno in alcune star che, nonostante il trattamento di favore loro riservato (almeno a detta di Spike Lee, Will Smith ed altri), hanno ritenuto di chiedere agli alti vertici dell’Academy di rivedere il proprio, “bianco” regolamento. “Non sono solo gli Academy Awards. È l’intero sistema Americano che è impregnato di razzismo e privilegio nei confronti dei bianchi. Arriva fino al nostro sistema giudiziario”, ha spiegato Mark Ruffalo, che però ha smentito la notizia secondo la quale, per protesta, non dovrebbe prendere parte alla prossima cerimonia di consegna degli Oscar, prevista per il 28 febbraio.
Di opinione diametralmente opposta alla star di “The Avengers” è, invece, il più blasonato collega Michael Caine, che invita ad abbassare i toni della polemica #OscarsSoWhite. “Ci sono moltissimi attori di colore. Non si può pretendere che vengano votati solo perché di colore – sottolinea Caine – Bisogna fare una buona performance, e so che ce ne sono state di molto buone. Bisogna avere pazienza. L’Oscar arriverà. Ci sono voluti anni perché io ne prendessi uno”. Il dibattito, intanto, ha portato buoni frutti, almeno per Smith e soci: l’Academy, infatti, ha reso noto in un comunicato che importanti modifiche sono state apportate al regolamento riguardante nomination e consegna delle ambite statuette.
In particolare, il Presidente dell’Academy Cheryl Boone Isaacs ha reso note alcune significative modifiche al “vadevecum” generale, che mireranno a ridurre lo strapotere bianco e maschile all’interno dei membri dell’Academy, concedendo maggiori chance a donne e a “minoranze” etniche di entrare in questa insolita “loggia”. Se l’Academy riuscirà a portare a termine tali obiettivi, la vita dell’hashtag #OscarsSoWhite potrebbe essere davvero molto breve.