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Attacchi di Bruxelles: il silenzio ostinato di Abdeslam

BELGIO – Il Pubblico Ministero belga ha dichiarato che Salah Abdeslam, il decimo uomo del commando responsabile degli attacchi di Parigi, ha rifiutato categoricamente di parlare quando gli è stato chiesto cosa sapesse degli attacchi di Bruxelles di martedì. Abdeslam, arrestato la scorsa settimana in Belgio e inizialmente cooperativo, ha deciso di esercitare il suo diritto al silenzio e di rimanere in silenzio nel corso dell’interrogatorio dopo gli attentati.

Dodici persone sono finite in manette giovedì e venerdì in 3 paesi, sei di queste sono state fermate in Belgio giovedì e altre tre venerdì, anche se molte di queste sono state in seguito rilasciate. Due gli arresti in Germania e uno in Francia. Nel frattempo i funzionari belgi hanno identificato il secondo kamikaze degli attacchi di martedì all’aeroporto di Zaventem, Najim Laachraoui e hanno affermato che il suo DNA è stato trovato anche nei luoghi degli attentati di Parigi del 13 novembre. Il sedicente Stato Islamico ha rivendicato entrambi gli attentati e venerdì ha rilasciato un nuovo video sulla strage di Bruxelles, definendola una punizione per gli attacchi contro i territori dell’Isis in Iraq e Siria.

Abdeslam è stato arrestato il 18 marzo durante un’operazione nel centro della capitale belga dopo essersi nascosto per più di 4 mesi. Il Pubblico Ministero ha raccontato che l’uomo non è stato interrogato il giorno della cattura perché si trovava in ospedale a causa di una ferita alla gamba. Il primo interrogatorio è avvenuto il giorno successivo ed è stato seguito da due incontri con il giudice. Abdeslam è stato poi sentito il 22 marzo, subito dopo gli attentati, e in quell’occasione ha rifiutato di parlare. Il ministro della Giustizia belga, Koen Geens, ha dichiarato che Salah Abdeslam non vuole più parlare dopo la strage di Bruxelles.