La decisione prevede un dosaggio ridotto delle pillole da 600 milligrammi a 200 milligrammi, un minor numero di visite mediche obbligatorie e l’estensione di settimane dall’inizio della gravidanza nelle quali sarà possibile assumere la pillola. Saranno infatti dieci e non più sette le settimane in cui poter effettuare l’aborto chimico.
“Questo è un grande cambiamento, sia nel ridurre il gap tra la scienza e la legge, e sia nel permettere alle donne di esercitare il loro diritto costituzionale all’interruzione di gravidanza”, ha commentato Suzanne B. Goldberg, professoressa di legge alla Columbia University.
La decisione ha riacceso i dibattiti tra i sostenitori dell’aborto, che si dichiarano felici di questa vittoria per le donne, e i gruppi anti-aborto, che sostengono che questo non sia un vantaggio per le donne bensì un pericolo per la loro stessa vita. La scelta arrivata a fine del mandato elettorale di Obama e in piena campagna elettorale da molti è vista come una via politicamente utile ai nuovi candidati, mentre la Food and Drug ha dichiarato essere una novità rigidamente basata su ricerche scientifiche.
L’associazione americana di ginecologi e ostetrici ha accolto con favore le nuove linee della Food and Drug Administration e la Danco, azienda produttrice, ha dichiarato che scientificamente non esiste nessuna prova che l’uso della pillola possa condurre alla morte. La pillola agisce bloccando i recettori del progesterone, un importante ormone prodotto in gravidanza.