Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità le percentuali aumentano per i bambini affetti dai disturbi dello spettro autistico (neurosviluppo infantile), che sono ben uno su centosessanta. Alquanto eterogenei per gravità e tipologia, possono essere associati a un grado variabile di disabilità intellettiva, compromissioni del linguaggio, difficoltà di coordinazione motoria e dell’attenzione, disturbi del sonno e sintomi gastrointestinali.
La giornata mondiale venne promossa dall’Onu ben nove anni fa mentre in Italia, dove ormai di autismo si parla molto, un anno fa è nata l’Associazione italiana ricerca sull’autismo (AIRA) composta da biologi, psicologi, psichiatri, neuroscienziati, pediatri, pedagogisti riuniti per la ricerca. Il Ministero della Salute, nella Giornata nazionale per le persone con disabilità intellettive, ha stanziato due milioni di euro per finanziare nel prossimo triennio la ricerca, la diagnosi precoce e l’assistenza.
La ricerca
A livello mondiale, per ora, nessuna ricerca è riuscita ad individuare con certezza la causa di questa malattia. Nel 10-15% dei casi si tratta di una causa genetica e grazie alla ricerca sono state individuate centinaia di alterazioni genetiche in grado di modificare il corretto funzionamento neurologico. Le ricerche si concentrano sullo sviluppo cerebrale, alterato negli autistici fin dal terzo trimestre di gravidanza, e sui segnali precoci che possono aiutare ad identificare i bambini a rischio. Si tratta di studi sul pianto, sul movimento spontaneo del bambino e sulla risposta agli stimoli sociali nei primi due anni di vita. Ad essere inseriti nella ricerca sono anche i fratelli e le sorelle di bambini autistici che, nati dagli stessi genitori, non hanno avuto le stesse modificazioni genetiche. Infine, sempre più attenzione viene rivolta al microbiota intestinale, i miliardi di batteri che servono al nostro organismo per i processi vitali, per scoprire il suo legame con lo sviluppo neurocomportamentale.