Purtroppo questa tipologia di tumore è piuttosto frequente: 1 donna su 8 viene colpita da carcinoma mammario, che è la prima causa di mortalità per tumore nelle donne; ma dobbiamo sottolineare i grandi passi avanti che la medicina moderna è riuscita a compiere in materia: diete, esami, autocontrolli, terapie ormonali ed altre tecniche sono state studiate per prevenire e curare questa patologia, ma non solo.
Uno studio dell’Università della Pennsylvania (Usa) ha riscontrato che una media dai 30 ai 60 minuti di attività aerobica giornaliera aiuta a prevenire il tumore al seno, in particolar modo in quei soggetti che sono a forte rischio di contrazione per fattori genetici.
Lo sviluppo del cancro al seno comporta, la maggior parte delle volte, un’operazione, mastectomia, che implica quasi sempre l’asportazione del seno femminile: la donna si trova perciò a soffrire molto non solo per la malattia e la conseguente operazione, ma anche per la perdita di quello che è il simbolo della donna, il marchio della femminilità. Sapere, perciò, che esistono metodi che riescono a darci la possibilità di evitare la gravosa malattia, è un ulteriore passo avanti, sebbene possa sembrare banale.
A questo punto la domanda sorge spontanea: come può l’attività fisica contribuire alla prevenzione di carcinoma mammario? Secondo gli studiosi, quando il nostro corpo è impegnato nello sport fa uso delle scorte di estrogeni fornite dall’organismo che, quindi, non vengono “rubate” da altre attività quali la produzione di cellule cancerose. Per provare ciò sono state reclutate 139 donne fra i 18 e i 50 anni esposte ad elevato rischio di tumore al seno; il gruppo è stato poi suddiviso in 3 sezioni, ognuno dei quali seguiva un regime sportivo più “pesante” dell’altro e i risultati sono stati palesi: coloro che hanno svolto un’attività fisica più rigida hanno avuto una forte diminuzione della percentuale di possibilità di contrazione del tumore.
Largo allo sport dunque: anche la più illustre istituzione in campo, la Fondazione Veronesi, ha deciso di sponsorizzare l’attività radunando un gruppo di donne uscite dal tunnel del cancro, per pubblicizzare questa scoperta medica, invogliando il gentil sesso alla pratica sportiva a titolo di prevenzione. Le 20 prescelte saranno il volto del “Pink is Good Running Team“.