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Socializzazione: il tipo di coping causa/inibisce l’apertura sociale

Il modo in cui si risponde allo stress quotidiano influisce sulla socializzazione all’interno o all’esterno del proprio gruppo: la scoperta è stata fatta a partire da un esperimento di laboratorio sui topi, nei quali è stato individuato il meccanismo neurofisiologico che collega gli stili coping all’apertura sociale. Lo studio è stato improntato sull’uso di due configurazioni spaziali, nelle quali sono stati calati i soggetti: un labirinto “sociale” ed un’arena. Nel primo il test riguardava la scelta tra l’interazione attraverso una griglia con propri simili conosciuti o sconosciuti, o con nessuno di questi due gruppi, mentre il secondo è stato maggiormente articolato attraverso l’utilizzo di un software che potesse quantificare il tipo d’interazione in base ad azioni basilari come il semplice contatto, l’attacco verso il proprio simile, l’approccio sociale.

I risultati hanno dimostrato il ruolo fondamentale di una molecola di segnalazione, l’urocortina-3, nei processi di gestione dello stress, che si svolgono nella stessa regione in cui viene elaborata l’interazione sociale: l’amigdala mediale. Gli autori della ricerca ne parlano come di un “interruttore” che incita o inibisce, a seconda dell’input ricevuto, l’interazione con conoscenti e amici e di conseguenza anche quella che potrebbe avvenire con persone sconosciute. Tutti legami di una certa importanza vengono compresi, in un linguaggio più specificamente sociale, in un in-group di pari significativi, la cui correlazione con gli stili di coping utilizzati non è sconvolgente nell’ambito della psicologia sociale.

Il Prof. Alon Chen del Dipartimento di Neurobiologia del Weizmann, assieme ai colleghi Yair Shemesh e Oren Forkosh, ha spiegato che tale effetto interveniente dei processi di gestione dello stress sulla socializzazione in generale è dovuta al fatto che il concetto stesso di stress non ha di per sé una connotazione negativa. Ciò significa che anche eventi piacevoli possono risultare più difficili da affrontare ed elaborare, cioè comportano un certo grado di apprensione sociale che può, sì, risultare da ostacolo, ma ha l’importante ruolo di determinare un impegno sociale sicuro e produttivo. Nelle dinamiche di gruppo questo feedback individuale deve confrontarsi necessariamente con le aspettative e le esigenze dell’in-group, e che quindi ciascun individuo sia sempre chiamato a mantenere un equilibrio tra l’elaborazione dei segnali sociali e la sua risposta emotiva a tale pressione.