Quando Ronnie Tayler-Morrison, madre 22enne del bambino, è tornata a casa ha notato subito le condizioni del figlio. “È caduto dalla culla”, questa la giustificazione fornita dal compagno che però non ha convinto i medici. In ospedale, durante gli approfondimenti, è infatti emerso che le 15 fratture sul corpo di Noah non erano dovute ad una caduta ma erano state causate da violente percosse. A nulla sono valsi i tentativi dei medici di salvargli la vita.
La teoria del 27enne è stata ritenuta fin da subito incoerente con le ferite di Noah. “La madre ha detto che era caduto dalla culla – hanno affermato i medici – ma le lesioni del piccolo, soprattutto quella di 15 centimetri sulla testa, faceva pensare più ad un incidente d’auto”. Dopo aver individuato la reale causa delle ferite, Ronnie e il compagno, abituali consumatori di alcol e droghe, sono stati accusati di violenza domestica e, in seguito, anche di omicidio. Al momento dell’aggressione però sembra che Noah si trovasse in casa assieme al patrigno che, forse proprio a causa della droga assunta, l’ha colpito causandogli lesioni mortali.