“Non c’è giustificazione che tolleri superficialità, scherzi, battute e quant’altro. Gli eventi sono stati realizzati a seguito di una strategia che testimonia l’intenzionalità dei comportamenti a danno del paziente”. Queste le parole del Primario che ha scoperto i sotterfugi attraverso la chat creata per le scommesse che portava il nome di “Amici di Maria” proprio in riferimento al secondo nome di Riboni. La denuncia è partita oltre che per il comportamento disumano, anche per il cinismo presente tra i partecipanti al gioco che si comunicavano i propri traguardi giornalmente: “due arancio ed uno grigio”, una delle tante affermazioni che indicavano il colore dell’ago in base allo spessore.
Dichiarato il fatto, Riboni si è trovato contro il tempestivo intervento del sindacato autonomo degli infermieri, Nursind, che è riuscito a girare l’avvenimento in favore dei carnefici. Il primario, come affermato dal “Corriere della Sera”, è stato sospeso dall’incarico e dallo stipendio fino al 2 di ottobre, ed in seguito invitato gentilmente a consumare i giorni di ferie arretrati per protrarsi al pensionamento. Per quanto riguarda, invece, i veri fautori dello scandalo, infermieri e medici non hanno subito alcun provvedimento se non quello di essere spostati in reparti differenti. L’Ospedale San Bartolo di Vicenza ha poi liquidato l’accadimento considerandolo “sviamento dall’attività istituzionale e uso improprio del telefono cellulare personale”.