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Vince chi usa l’ago più grosso. Il primario denuncia e viene sospeso

Un vero e proprio scandalo quello che si è consumato presso l’Ospedale San Bartolo di Vicenza che ha visto come malcapitato protagonista il primario del Pronto Soccorso Vincenzo Riboni. Pare, infatti, che tra medici ed infermieri si era creata una “squadra” di circa sessanta giocatori. In cosa consisteva il gioco? La scommessa alla base vedeva come vincitori coloro i quali riuscivano ad utilizzare aghi più grossi per le iniezioni o prelievi endovena ai pazienti. Il fatto, una volta scoperto, è stato immediatamente denunciato dal dottor Riboni che aveva deciso di non tacere di fronte a quello che è evidentemente un oltraggio nei confronti di persone ignare a tutto e sottoposte a procedure dolorose.

“Non c’è giustificazione che tolleri superficialità, scherzi, battute e quant’altro. Gli eventi sono stati realizzati a seguito di una strategia che testimonia l’intenzionalità dei comportamenti a danno del paziente”. Queste le parole del Primario che ha scoperto i sotterfugi attraverso la chat creata per le scommesse che portava il nome di “Amici di Maria” proprio in riferimento al secondo nome di Riboni. La denuncia è partita oltre che per il comportamento disumano, anche per il cinismo presente tra i partecipanti al gioco che si comunicavano i propri traguardi giornalmente: “due arancio ed uno grigio”, una delle tante affermazioni che indicavano il colore dell’ago in base allo spessore.

Dichiarato il fatto, Riboni si è trovato contro il tempestivo intervento del sindacato autonomo degli infermieri, Nursind, che è riuscito a girare l’avvenimento in favore dei carnefici. Il primario, come affermato dal “Corriere della Sera”, è stato sospeso dall’incarico e dallo stipendio fino al 2 di ottobre, ed in seguito invitato gentilmente a consumare i giorni di ferie arretrati per protrarsi al pensionamento. Per quanto riguarda, invece, i veri fautori dello scandalo, infermieri e medici non hanno subito alcun provvedimento se non quello di essere spostati in reparti differenti. L’Ospedale San Bartolo di Vicenza ha poi liquidato l’accadimento considerandolo “sviamento dall’attività istituzionale e uso improprio del telefono cellulare personale”.