Per cercare di dare una spiegazione al fenomeno, il team di ricerca ha tentato di ricostruire la sua storia evolutiva applicando metodi statistici. In particolare sono state analizzate le correlazione tra la lunghezza dell’osso (che può variare da pochi millimetri a qualche centimetro) e i comportamenti riproduttivi. Il risultato sembra trovare nella monogamia il “colpevole” di tale cambiamento. La mancanza di competizione sessuale infatti e la stabilizzazione delle relazioni monogame potrebbe avrebbe indotto l’organismo al mutamento. “Con l’affermarsi della monogamia come comportamento prevalente – ha dichiarato Brindle – L’uomo ha perso l’esigenza del baculum, in quanto può avere rapporti sessuali più brevi ma frequenti”.
Oltre all’uomo anche altri mammiferi sono sprovvisti dell’osso penico, tra cui le balene, i cavalli, i rinoceronti, i conigli, gli elefanti e i marsupiali. In queste specie, il baculum non riveste un ruolo di primaria importanza come in altri primati, tra cui scimpanzé e bonobo, in cui esiste una forte competizione sessuale e dove un tempo maggiore di accoppiamento dà maggiori garanzie di successo. Nell’uomo, e nelle altre specie citate, queste esigenze sono scomparse gradualmente nel corso dei secoli fino a portare ad un vero e proprio cambiamento fisico dell’organo stesso. L’assenza dell’osso penico è quindi una conseguenze delle scelte sessuali: i ricercatori infatti hanno ipotizzato che se non esistesse la monogamia, l’organo riproduttivo maschile sarebbe “diverso” da quello che conosciamo oggi.