Il Tupolev 154 era partito verso l’alba da Sochi, città della Russia meridionale, ed era atteso in Siria dove il Coro dell’Armata Russa, i cui 64 membri erano tutti a bordo del mezzo, avrebbe dovuto tenere un concerto nella base russa di Latakia per le truppe lì dislocate. Poco dopo il decollo però, l’aereo è scomparso dai radar e i suoi resti sono stati trovati sulle sponde del Mar Nero in un’area di circa 1,5 chilometri. Circa 3 mila soccorritori sono giunti sul posto assieme ad elicotteri, droni ed imbarcazioni. Purtroppo è stato chiaro fin da subito che non c’erano speranze di trovare superstiti. Oltre ai componenti del Coro, tra le vittime ci sono anche 8 membri dell’equipaggio, 8 militari, 2 civili, 9 giornalisti (inviati dei canali NTV, Channel One e Zvezda) e Yelizaveta Glinka, membro di un’organizzazione umanitaria internazionale. La donna è nota in Russia con il nome di Dottor Liza per il suo impegno umanitario nell’est dell’Ucraina e in Siria, e per la sua fondazione Spravedlivaya Pomoshch, che ha confermato la sua presenza a bordo del mezzo precipitato. “Stava andando in Siria per portare un carico di medicine in un ospedale locale” hanno affermato.
“Escludo totalmente la testi dell’attentato – aveva dichiarato inizialmente il capo della commissione Difesa del Senato russo, Viktor Ozerov – Il mezzo apparteneva al nostro Ministero della Difesa ed è precipitato nello spazio aereo russo. È più probabile che si sia trattato di un guasto tecnico o di un errore dell’equipaggio”. Le prime ipotesi sembrano però escludere l’errore umano: il pilota, Roman Volkov, era esperto ed aveva più di 3 mila ore di volo al suo attivo; inoltre, benché l’aereo avesse 33 anni era ancora in buono stato. Il presidente Vladimir Putin ha dichiarato l’apertura immediata di un’inchiesta per capire le reali cause della tragedia, includendo anche l’ipotesi terroristica. “Domani 26 dicembre sarà lutto nazionale”.