Ad allertare i soccorsi intorno alle 2:30 è stato il patrigno di Yanis che lo seguiva con la bicicletta durante la sua corsa. “Lo abbiamo punito facendolo correre all’aperto per aver bagnato il letto per l’ennesima volta – ha spiegato – È caduto ed è privo di sensi”. Ambulanza e polizia si sono precipitati nei pressi di un canale a Aire-sur-la-Lys, come indicato dal 30enne, ma al loro arrivo Yanis era già morto. Secondo la ricostruzione, il bimbo avrebbe corso per diversi chilometri, cadendo almeno due volte, indossando soltanto le mutandine bagnate e i calzini.
Dai primi esami è emerso che il bambino aveva in naso rotto, diversi lividi e un trauma cranico. Questo potrebbe essere stato causato da una caduta più violenta delle precedenti o, come sospettano gli inquirenti, potrebbe essere invece la causa del decesso. In attesa del referto dell’autopsia per capire le dinamiche esatte della morte di Yanis, la madre Emilie e il patrigno, entrambi disoccupati, sono stati arrestati con l’accusa di omicidio volontario. I due non erano mai stati segnalati ai servizi sociali ma secondo il medico legale quella di domenica non è stata la prima punizione fisica inflitta al bimbo: sul suo corpo sono state trovate tracce di violenze precedenti, di giorni o settimane prima.