Nonostante fosse diventato un docente di educazione fisica e allenatore dei ragazzini dell’Asd Real Fenice, Angelo ha sempre trovato il tempo per le partite a calcetto con gli amici. Lo scorso giovedì, mentre si trovava in panchina, si è accasciato a terra apparentemente senza motivo: i compagni hanno inizialmente pensato ad un calo di pressione capendo poi che la situazione era invece molto più grave. Secondo una prima ipotesi, il giovane si sarebbe potuto salvare se all’interno della struttura sportiva Gramsci fosse stato presente, come imposto dal Decreto Balducci, un defibrillatore. “L’unica consolazione è che è successo mentre giocava a pallone, la cosa che amava più di tutte – ha dichiarato il fratello Federico – La sua tesi di laurea riguardava infatti il mondo del calcio”.
La vicenda di Angelo rievoca tristemente la morte di Morosini, centrocampista del Livorno deceduto nel 2012. Entrambi sono stati colti da un malore durante un partita e in entrambi i casi l’assenza del defibrillatore sembra sia stata decisiva. Il calciatore morì il 14 aprile 2012 a causa di un improvviso ma letale malessere; solo dopo l’autopsia si scoprì che Morosini soffriva di una rara malattia ereditaria, la cardiomiopatia aritmogena. Sulla vicenda fu aperta un’indagine per il mancato uso del defibrillatore, assente nella struttura, poiché avrebbe potuto salvargli la vita. Una coincidenza che la tesi di laurea di Giordano riguardasse proprio questo tragico episodio?