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Passione manga, l’Italia accoglie a braccia aperte il Giappone

La parola ‘manga’ deriva dalla lingua giapponese e indica i fumetti di qualsiasi target, tematica o nazionalità. Dagli anni cinquanta il manga conta un mercato di 420 miliardi di yen nel 2009, mentre in Europa e Medioriente il mercato si attesta sui 250 milioni di dollari, negli States invece sui 175 milioni. In Giappone sono pubblicati sulle riviste dedicate, specialmente in bianco e nero, anche se spesso possono essere raccolti e ristampati in volumi chiamati ‘tankobon’ e seguono degli adattamenti animati che sono poi esportati anche in occidente.

Questo termine indica le “immagini derisorie” e viene utilizzato per la prima volta alla fine del 1700 nelle pubblicazioni Shiji no yukikai di Santō Kyōden, e nel Manga hyakujo di Aikawa Minwa del 1798.
I manga, con le figure dai tratti infantili, presentano spesso tratti somatici caricaturali ed espressioni vive. La differenza sostanziale tra il fumetto manga e quello ‘western’ sta nella narrazione, regia, impaginazione e il rapporto con i personaggi. La versione giapponese ha un’impaginazione più larga (180×270 mm), mentre l’occidentale è formata da uno schema di gabbia formato da 12 quadrati, il manga invece il primo ha un numero di 6/8 quadrati.

Questo tipo di fumetto si legge al contrario, rispetto alla versione occidentale, cioè dall’ultima alla prima pagina, con la rilegatura alla destra del lettore e le pagine alla sinistra. I tagli delle vignette possono essere classificati: orizzontali, verticali, diagonali o con vignette chiuse o aperte.

I dialoghi sono contenuti nei balloon che vanno dalla dimensione più piccola a quella più grande. In Giappone si preferisce scrivere poche frasi possibilmente a mano e le didascalie sono davvero rare. Le avventure dei manga e i personaggi hanno un inizio e una fine. Il personaggio ideato dal fumettista appare sulla scena nel primo volume, vive le sue esperienze e quando terminerà la serie non interpreterà altre serie. La prima rivista per ragazzi fu pubblicata dalla Kodansha nel 1914, quella per ragazze nel 1923 dalla stessa casa editrice.

Questo genere letterario di intrattenimento non spopola solo nel territorio nipponico, ma negli ultimi anni trova autori e autrici anche nel Bel Paese.

I manga più apprezzati e influenti letti l’anno scorso, secondo un’analisi di mercato 2016 condotta da Oricon, sono le avventure piratesche di One Piece di Eiichiro Oda, per poi passare ad Assassination Classroom di Ysei Matsui che narra la storia di una classe di studenti che vuole assassinare un professore prima che distrugga la terra e al terzo posto c’è Kingdom di Yasuhisa Hara che racconta una storia di guerra ambientata nella Cina del III secolo A.C.

Oltre la cucina e alla cultura, il Giappone conquista sempre di più il nostro paese diventando uno dei punti cardini dell’Italia 2.0.