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Inter, poco turnover e titolari fissi: la strategia vincente di Spalletti

Spalletti – Inutile nasconderlo: dopo le ultime, deludenti stagioni, e in seguito ad un calciomercato che non ha portato alla Pinetina alcun “pezzo da 90”, in pochi si sarebbero aspettati di trovare l’Inter tra le prime della classe dopo 10 giornate di campionato e in piena lotta con Napoli e Juventus per la conquista dello scudetto. Invece la realtà è proprio questa: nerazzurri ancora imbattuti, 26 punti ottenuti in 10 turni e un gioco che, seppure a tratti, comincia ad intravedersi dopo alcune prestazioni poco convincenti condite da vittorie che sono state accompagnate da diverse critiche per una squadra spesso ritenuta “fortunata”.

Nel match con la Sampdoria, i nerazzurri hanno dimostrato, soprattutto nella prima parte di gara, di aver fatto dei passi in avanti negli automatismi e nel gioco voluti da Luciano Spalletti, salvo poi incappare sul finale nei soliti problemi di concentrazione che hanno quasi consentito ai blucerchiati di raddrizzare una partita che ormai sembrava ampiamente chiusa. Probabilmente, nelle prossime settimane, l’allenatore nerazzurro dovrà lavorare ancora un po’ sulla mentalità e sulla tenuta psicologica dei suoi, ma nel frattempo è emerso un dato che, condito anche dalle ultime dichiarazioni del tecnico di Certaldo, potrebbe essere proprio il segreto della rinascita interista.

Infatti, se guardiamo le varie formazioni titolari schierate fino ad ora da Spalletti, notiamo chiaramente come ci sia stato pochissimo turnover da parte dell’allenatore che, dunque, ha puntato su un blocco di uomini di cui fidarsi e su cui contare per ogni match. Complice la mancanza delle coppe europee per questa stagione, l’ex tecnico della Roma ha deciso di creare un vero e proprio “zoccolo duro” e di evitare stravolgimenti ed eccessive rotazioni. Dunque, turnover quasi azzerato dall’allenatore interista e, alla luce dei risultati raccolti finora, questa strategia sembra essere la migliore per garantire all’Inter di ritrovarsi ad essere vincente e nei piani alti della classifica. Inoltre questa tendenza del tecnico toscano ha contribuito a cementare il gruppo che, rispetto al recente passato, sembra più pronto a sacrificarsi sul rettangolo di gioco, mettendo da parte i soliti individualismi e trasmettendosi forza e coraggio a vicenda.

Del resto, i numeri parlano chiaro: nelle ultime 7 giornate di Serie A, Luciano Spalletti ha schierato fin dal primo minuto sempre la stessa formazione, a partire da Handanovic in porta, passando per i due centrali Skriniar e Miranda, fino a Perisic-Icardi sugli esterni offensivi e al capitano Mauro Icardi. E tutto ciò è avvenuto in concomitanza con un trittico davvero temibile per i nerazzurri che comprendeva, in rapida sequenza, Milan, Napoli e Sampdoria. Terminato questo mini-ciclo, la Beneamata ha portato a casa 7 punti su 9, strappando un ottimo pareggio al San Paolo contro la spettacolare corazzata di Maurizio Sarri. Inoltre, se volgiamo lo sguardo a quanto accaduto in questa prima parte di stagione nel complesso, sono 14 i giocatori che si sono alternati nella formazione titolare, con pochi dubbi e ballottaggi che hanno riguardato soprattutto Brozovic, Dalbert e Joao Mario.

Infine sono risultate piuttosto significative, in tal senso, le parole pronunciate da Luciano Spalletti dopo la gara con la Sampdoria. Il tecnico dell’Inter ha parlato, infatti, di “squadra cortissima” approntata insieme alla società, proprio per effettuare pochi cambi in corsa. Questa strategia è legata anche alla mancanza degli impegni europei che il tecnico ha voluto sfruttare a suo vantaggio per avere un nucleo forte e compatto in cui tutti si sentono coinvolti, tenendo lontani malumori, mugugni e polemiche interne che certamente non avrebbero aiutato la squadra lombarda a ritrovare se stessa. E sullo sfondo, dopo le critiche estive, c’è già qualcuno che comincia anche a ricredersi sul mercato che sicuramente non avrà portato nomi di grande rilievo ma che, al contempo, con acquisti come Skriniar, Vecino e Borja Valero, è stato funzionale alla necessità di colmare lacune in organico e di creare quel gruppo ridotto ma inamovibile che, oggi, rappresenta una delle carte vincenti dell’Inter.

Patrizia Gallina