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Formula E alle Olimpiadi: non è solo un sogno

Il mondo della Formula E non smette di stupire. Questa nuova disciplina all’insegna della sostenibilità e, naturalmente, della competizione, sta crescendo costantemente, con progetti sempre innovativi che entusiasmano gli appassionati del mondo dell’automobilismo. E così, dopo il Gran Premio a Roma e il ritorno delle vetture da corsa in Svizzera, con il Paese elvetico pronto a rivedere il suo tradizionale divieto ai motori per ospitare le monoposto elettriche, giunge notizia di un vero e proprio piano per portare le auto anche alle Olimpiadi. Storicamente, anche in altre occasioni si è parlato di qualche ammiccamento tra la manifestazione sportiva per eccellenza e le quattro ruote ma, sia per scopi logistico-organizzativi, sia per la finalità della competizione che non ha mai condiviso appieno i roboanti propulsori a benzina, non se n’è mai fatto nulla.

Ora però la situazione potrebbe decisamente cambiare e, tenendo conto delle ultime dichiarazioni rilasciate dai diretti interessati e di una certa comunità d’intenti messa in campo, lo sbarco della Formula E alle Olimpiadi non dev’essere semplicemente considerato come un sogno. Infatti, se è vero che il primo problema è legato proprio alle vetture che si dovrebbero trasportare e assemblare nel corso dei Giochi, è pur vero che già si sta pensando di realizzare, per l’occasione, circa venti monoposto elettriche tutte uguali e dalle stesse prestazioni per abbattere i costi e soprattutto per dare importanza al talento umano rispetto alla tecnologia. D’altronde, i grandi capi della Formula E sostengono che se ai giochi olimpici sono approdati i videogame e gli skateboard – e prossimamente potrebbero arrivare anche le cerbottane – perché allora dovrebbe esserci una chiusura a priori verso il mondo dell’automobilismo?

Tra i maggiori fautori di questo progetto c’è Jean Todt che può far leva sulla grande amicizia che lo lega a Thomas Bach, presidente del CIO. Il massimo dirigente della FIA punta molto sulle caratteristiche delle macchine elettriche che rispettano pienamente la sostenibilità, sono silenziose e non inquinano, dunque potrebbero farsi portatrici di una serie di valori sportivi e anche di sensibilizzazione verso l’ambiente che il Comitato Olimpico non potrebbe ignorare. A sostegno di quest’ipotesi sono giunte anche le dichiarazioni di Dieter Gass, dirigente del team Audi che disputa il campionato di Formula E, il quale ha detto che per crederci bisogna essere dei “sognatori”, aggiungendo però che non si tratta di pura fantasia, se si pensa che a Tokyo 2020 si vedranno delle discipline che fino a qualche anno fa sarebbe stato impensabile avere come protagoniste alle Olimpiadi.

Inoltre, a livello politico, non è da sottovalutare l’addio di Bernie Ecclestone alla massima dirigenza della Formula 1. Infatti, se il manager britannico puntava esclusivamente agli interessi economici del Circus, i nuovi proprietari della disciplina automobilistica, Liberty Media, sono anche azionisti di maggioranza della Formula E, e per questo motivo sarebbero ben lieti di sponsorizzarne l’avvento ai Giochi Olimpici con un grande ritorno di visibilità non solo per le corse basate su auto elettriche, ma anche per la Formula 1, convincendo magari qualcuno dei protagonisti del Paddock a lanciarsi nell’avventura olimpionica. Questa prospettiva, naturalmente, accende l’entusiasmo di Alejandro Agag, ad del campionato delle gare all’insegna dei propulsori elettrici, il quale ha parlato di un’ipotesi “assolutamente praticabile”.

Secondo il dirigente, infatti, ci sarebbe da superare soprattutto l’ostacolo legato alle sponsorizzazioni, poiché le Olimpiadi e la Formula E si basano su sponsor differenti. Invece, per quanto concerne le caratteristiche delle vetture, anche Agag sposa l’idea di preparare monoposto identiche per tutti gli sportivi. Infine un’altra interessante proposta è arrivata da Lucas Di Grassi, campione del mondo di Formula E 2016. Il pilota brasiliano ha affermato che sarebbe preferibile introdurre ai giochi olimpici delle gare di kart elettrici, dei mezzi molto più facili da assemblare e da trasportare, decisamente economici che porrebbero al centro dell’attenzione solo ed esclusivamente le capacità dei drivers.

Insomma la volontà e le prime idee sul tavolo ci sono per portare la Formula E alle Olimpiadi, e a questo punto ci si chiede se questa nuova disciplina che sta facendo passi da gigante, non possa rappresentare davvero il futuro per eccellenza dell’automobilismo.

Patrizia Gallina